L'Europa cresce, è l'Italia che non cresce

{fa-info-circle } Artikel nur in Muttersprache - Article only in mother language.

Crescono in particolare Francia e Spagna, il cui prodotto interno lordo è in aumento sul trimestre precedente dello 0,3 e dello 0,7 per cento (corrispondente a dati annuali del +1,0 e +2,4 per cento, rispettivamente).

daveri45

In Italia  nei primi mesi del 2019 la mini recessione del secondo semestre 2018 è finita. Come indicato dalle stime preliminari dall’Istat, il prodotto interno lordo – depurato dalle componenti stagionali e dall’inflazione – è cresciuto dello 0,2 per cento nel primo trimestre 2019 rispetto al quarto trimestre 2018. Il dato annuale mostra un’economia in sostanziale stagnazione (un magro +0,1 per cento in più rispetto al primo trimestre 2018), a causa del deludente andamento del Pil trimestrale nel corso del 2018, andamento culminato nei dati negativi (rispettivamente per -0,2 e -0,1 per cento) del terzo e quarto trimestre 2018.

Anche se è giusto registrare con sollievo il dato positivo dell’avvio del 2019, è presto per dire se l’economia italiana sia davvero in ripresa. Per varie ragioni, una delle quali banale: una rondine non fa primavera e bisogna aspettare cosa accadrà nei prossimi trimestri. In secondo luogo, così come un “meno zero virgola” – per quanto ripetuto per due trimestri – non era sufficiente per dichiarare che l’economia italiana fosse di nuovo precipitata in una condizione di crisi permanente, grave come nel 2008-09 (recessione post Lehman) oppure nel 2011-12 (recessione da crisi dell’euro), anche un +0,2 è poco per suonare la fanfara della ripresa. Per ora, come disse il ministro Tria qualche mese fa, si può dire – come fa prudentemente l’Istat nel suo comunicato – che l’economia italiana negli ultimi dodici mesi è stata in stagnazione. Il ristagno dell’ultimo anno ha interrotto la ripresa sperimentata nei tre anni (dodici trimestri consecutivi) compresi tra il secondo trimestre 2015 e il secondo trimestre 2018. A sua volta, come si vede nel grafico, la ripresa era stata preceduta da una (lunga) stagnazione di sette trimestri, dal secondo trimestre 2013 alla fine del 2014.

daveri1

Nel frattempo, nel corso del 2018, l’Europa ha continuato a crescere, accelerando nel primo trimestre dell’anno. Lo fa soprattutto la parte dell’Europa più rilevante per noi, cioè l’Eurozona, il cui Pil nel primo trimestre 2019 è stato stimato da Eurostat (battendo le attese) in aumento dello 0,4 per cento sul trimestre precedente e dell’1,2 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Lo fanno in particolare due dei paesi più importanti dell’euro zona, cioè Francia e Spagna, il cui prodotto interno lordo è in aumento sul trimestre precedente dello 0,3 e dello 0,7 per cento (corrispondente a dati annuali del +1,0 e +2,4 per cento, rispettivamente). Manca ancora il dato dell’economia tedesca che sarà diffuso solo nei prossimi giorni ma che potrebbe essere simile o lievemente peggiore al dato registrato per l’Italia (tra 0 e +0,1 per cento sul trimestre, +0,3-0,4 su base annua). Nel complesso, quando nei mesi scorsi i partiti della maggioranza gialloverde e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno usato espressioni come “l’Italia non cresce perché è l’Europa che non cresce” non dicevano il vero. In questo ultimo anno l’Europa – seppure in rallentamento rispetto alla dinamica di fine 2017 – ha continuato a crescere. È l’economia italiana che ha perso vigore fino a fermarsi.

daveri2

Con i dati a disposizione si può fare qualche congettura su quello che accadrà alla crescita 2019. Il governo ha prudentemente riportato un +0,2 per cento di crescita “programmatica” nel Def 2019. Il buon inizio del 2019 – lievemente migliore delle attese – suggerisce che la crescita 2019 potrebbe essere rivista al rialzo e collocata in una forchetta tra lo 0,3 e lo 0,6 per cento. Un +0,4 su base annua (cioè su tutto il 2019 rispetto al 2018) verrebbe fuori da una sequenza di +0,2 per cento trimestrali confermati per ognuno degli altri tre trimestri del 2019. Un +0,6 per cento sarebbe il risultato di una crescita trimestrale del +0.3 per cento in ognuno dei trimestri dell’anno in corso (+0,3 è stata la media della crescita trimestrale durante la ripresa 2015-18). Naturalmente daveri44potrebbe anche darsi il caso che il +0,2 del primo trimestre non sia sostenibile: con una sequenza di +0,1 nel secondo, terzo e quarto trimestre la crescita annua 2019 si fermerebbe al +0,3 per cento.

Sul fronte dei consumi si può contabilizzare l’entrata a regime del reddito di cittadinanza che dovrebbe contribuire a un piccolo rilancio dei consumi. Mentre l’effetto di quota 100 rimane controverso e difficile da calcolare perché il suo effetto espansivo dipende da cosa facevano e quale reddito percepivano le persone che andranno in pensione e dal fatto che – se occupati – vengano rimpiazzati o no e con quale stipendio. Sul fronte della domanda estera, il ritrovato vigore dell’Europa si associa a una prosecuzione della crescita americana nel produrre uno scenario più roseo per le nostre esportazioni. A questo punto, l’unica cosa che serve davvero è che la politica non complichi di nuovo tutto con una nuova sequenza di promesse sconsiderate che spaventerebbero gli investitori e ucciderebbero la ripresa non ancora nata prima ancora che arrivi davvero nella culla.

Francesco Daveri

DaveriFrancesco Daveri è Professor of Macroeconomic Practice alla School of Management dell'Università Bocconi, dove insegna Macroeconomics, Global Scenarios ed è direttore del Full-Time MBA. Ha insegnato in varie università come l’Università Cattolica (sede di Piacenza), Parma, Brescia, Monaco e Lugano. Ha svolto attività di consulenza presso il Ministero dell’Economia, la World Bank, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo. Le sue ricerche si concentrano sulla relazione tra le riforme economiche, l’adozione delle nuove tecnologie e l’andamento della produttività aziendale e settoriale in Italia, Europa e Stati Uniti. Scrive commenti sul Corriere della Sera e fa parte del comitato di redazione de lavoce.info. Segui @fdaveri su Twitter oppure su Facebook 

Fonte: La voce

 

Pin It
© Berlin89 2018 - 2019 - 2020 - 2021 - 2022 - 2023 - 2024

Berlin89 magazine del Centro Studi Berlin89

Testata giornalistica registrata
al Tribunale civile di Venezia.
Autorizzazione n.8 in data 30/08/2018
Direttore Responsabile Vincenzo Maddaloni
Responsabile Trattamento Dati Paolo Molina

 

 

Anmelden



Italia Sede

via privata Perugia, 10 - 20122 Milano (MI)
Tel:  +39 02 77 33 17 96
Fax: +39 02 76 39 85 89

Deutschland Repräsentanz

Federiciastraβe 12 - 14050 Berlin (Charlottenburg)
Tel:  +49 30 8 83 85 16
Fax: +49 30 89 09 54 31