Quando la guerra sembra non finire mai
Dall'inizio della guerra in Ucraina, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno aumentato oltre ogni immaginazione gli arsenali. Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha calcolato che, nel 2022, la spesa militare statunitense è stata intorno agli 877 miliardi di dollari, ovvero circa il 39%, della spesa militare globale.
Tuttavia, come mostra un recente rapporto pubblicato da Monthly Review (1 novembre 2023) , queste cifre sono ampiamente sottostimate: la spesa militare effettiva degli Stati Uniti è più vicina ai mille e 537 miliardi di dollari, quasi il doppio del calcolo del SIPRI e dei “dati ufficiali” dell’amministrazione americana.
Queste cifre ci ritornano in mente dopo che, gli aerei a lungo raggio statunitensi hanno bombardato, l'altro giorno, degli obiettivi militari iraniani in Iraq e Siria. E’ il primo dei molteplici cicli di ritorsione previsti per l'attacco di droni contro le truppe statunitensi in Giordania, durante il quale sono morti tre soldati americanie 34 sono rimasti feriti.
Cosicché, «La nostra risposta è cominciata», ha subito replicato il presidente Joe Biden, aggiungendo che gli attacchi continueranno «nei tempi e nei luoghi di nostra scelta».
Naturalmente, la minaccia di Biden intrisa di incursioni dal cielo e di lanci da terra di missili, non è stata pensata per fare “spettacolo” nella regione, per aprire la strada a una tregua, o per scoraggiare un allargamento del conflitto. Non potrebbe essere diversamente, poiché gli Stati Uniti si sono impegnati nel sostegno attivo di qualsiasi azione offensiva intrapresa da Israele contro i palestinesi, a cominciare da quella contro la popolazione indifesa della Striscia di Gaza.
In sintesi, l'amministrazione Biden ci ha coinvolto in un'altra guerra non dichiarata, per conto di un paese con il quale non ha un trattato di difesa, contro un popolo che non rappresenta per gli Stati Uniti alcuna minaccia. Questo “sostegno” non verrà meno finché non si saranno raggiunti gli obiettivi che, Israele continua a duplicare. Dopotutto, Israele ha sempre fatto affidamento sugli Stati Uniti per manipolare qualsiasi processo diplomatico che costoro pilotano, per rinviare all'infinito la costituzione dello Stato palestinese.
Sono Antony Blinken (Segretario di Stato), Jake Sullivan (Consigliere per la sicurezza nazionale), e Victoria Nuland (Sottosegretario di Stato per gli affari politici , a gestire la politica estera degli Stati Uniti. Non c'è nessun altro coinvolto. Prendono le loro decisioni in segreto, poi rilasciano dichiarazioni ai media, che le pubblicano senza commenti.
Costi quel che costi, la spesa militare mondiale è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo fino al massimo storico di 2.240 miliardi di dollari del 2022 (sono gli ultimi dati disponibili). E’ l’aumento di gran lunga il più marcato (+13%), in gran parte imputabile - secondo l’ISPRI - al conflitto in Ucraina. La spesa militare degli Stati dell’Europa centrale e occidentale è stata nel 2022 di 345 miliardi di dollari. In termini reali, ha superato per la prima volta quella del 1989, (quando il Muro di Berlino era stato abbattuto e, la Guerra Fredda stava finendo), ed è aumentata del 30% rispetto al 2013.
Nel 2022 il blocco militare (paesi NATO e paesi amici degli USA) guidato dagli USA rappresentava il 74,3% della spesa militare mondiale, con gli Stati Uniti che spendono 12,6 volte al di sopra della media mondiale pro capite (Israele è al secondo posto, con un 7,2 , i paesi NATO da due a tre volte di più della media mondiale).
Non sono previsti ripensamenti poiché, come ha sottolineato Michael Hudson, economista di lungo corso:
«Il presidente degli Stati Uniti Biden e i suoi portavoce del Dipartimento di Stato hanno spiegato che, l’Ucraina è soltanto l’arena di apertura di una dinamica molto più ampia che, sta dividendo il mondo in due serie opposte di alleanze economiche. Questa frattura globale promette di essere una lotta di dieci o vent’anni per determinare se l’economia mondiale sarà un’economia unipolare incentrata sui dollari degli Stati Uniti. Il presidente Biden l’ha caratterizzata come una divisione tra democrazie e autocrazie. La terminologia ha un tipico doppio senso orwelliano, poiché “democrazia” è l’alleanza tra Stati Uniti e le oligarchie finanziarie occidentali».
Secondo il Center on Budget and Policies Priorities, gli Stati Uniti spendono soltanto 252 miliardi di dollari per l’Istruzione, e - come detto - mille e 537 miliardi di dollari per le forze armate, parte dei quali vanno a pagare le 902 basi militari sparpagliate in tutto il mondo.
Stando così le cose, non sappiamo davvero dove e come si andrà a finire. Quello che sappiamo per certo è che, le opinioni del popolo americano e di quelli europei non hanno alcuna influenza su quanto accade. La guerre in corso sono l'ennesima conferma che, le bugie sono un’arma possente. Sono confronti culturali e militari condotti come dei macabri derby, con i cronisti schierati soltanto da una parte in un turbinio di bufale, di fake news, di immagini scioccanti, di resoconti quasi sempre smentiti poi dai fatti, che sono penetrati nell’immaginario collettivo, con il fine non ultimo di gestire le persone, di attirarle dalla propria parte con l’inganno.
Vincenzo Maddaloni, come inviato speciale è stato testimone in molti luoghi che hanno fatto la storia del XX secolo. E’ stato corrispondente a Varsavia negli anni di Lech Wałęsa (leader di Solidarność) ed a Mosca durante l'èra di Michail Gorbačëv. Ha diretto il settimanale Il Borghese allontanandolo radicalmente dalle storiche posizioni di destra. Infatti, poco dopo è stato rimosso dalla direzione dello storico settimanale fondato da Leo Longanesi. È stato con Giulietto Chiesa tra i membri fondatori del World Political Forum presieduto da Michail Gorbačëv. È il direttore responsabile di The Berlin89, magazine del Centro Studi Berlin89.