69°Berlinale. Potere alle donne e non soltanto a parole

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Quest'anno, tra film e rassegne diverse sono in programma 400 pellicole, tremila e 700 i giornalisti accreditati che pagando 60 euro la tessera coprono il budget dell'ufficio stampa.

berlinale3   CopiaSette registe in concorso per l'Orso d'oro su 17 titoli, ma non è tutto. Alla guida della giuria della 69esima Berlinale l'attrice premio Oscar Juliette Binoche è affiancata dalla produttrice, regista di Trudie Styler e dall'attrice Sandra Huller. Justin Ghang, il regista cileno Sebastian Lelio e il curatore della sezione cinema del MoMa di New York Rajendra Roy. Infine, per l'inaugurazione della kermesse (7-17 febbraio), è stato scelto "La gentilezza degli estranei", diretto dalla danese Lone Scherfig, ambientato a New York, interpretato da Zoe Kazan, Tahar Rahim, Andrea Riseborough e Bill Nighy, stavolta anche in veste di produttore. Insomma parità di genere nel rispetto delle donne. E, per una volta, non solo a parole.

Quest'anno, tra film e rassegne diverse sono in programma 400 pellicole, tremila e 700 i giornalisti accreditati che pagando 60 euro la tessera coprono il budget dell'ufficio stampa.

 Intanto percorso dei preferiti, Grace a Dieu del francese Francois Ozon, storia (vera) di un prete pedofilo. Per l'Italia, in gara La paranza dei bambini di Claudio Giovannini, tratto dal romanzo di Roberto Saviano. Fuori concorso, Dafne di Federico Bondi, storia di una ragazza in giù, Il corpo della sposa di Michela Occhipinti, protagonista di un giovane della Mauritania costretta secondo la tradizione a ingrassare prima delle nozze, Selfie di Agostino Ferrente, sempre al servizio della camorra, e Normale di Adele Tulli, una sorta di quadro sociale della nostra Italia sotto il segno delle Cinque Stelle.

I 340 mila biglietti per il pubblico normale sono esauriti al prezzo medio di 13 euro. «Troppo caro? Sono un buon mercato se si calcola il nostro costo », si difende Dieter Kosslick, che dopo 18 anni lascia la direzione del festival.

Il segreto del successo di Berlino è perché ha avuto sempre un occhio di riguardo per Hollywood.

 Dall'anno venturo arriva a Berlino l'italiano Carlo Chatrian, fino a dicembre direttore del Festival di Locarno. Una Berlinale italiana potrebbe essere un problema per il nostro cinema. È probabile che il nuovo direttore vorrà evitare il sospetto di essere troppo patriottico. Dopotutto non si può dire che la giuria della Berlinale giunta alla 69sima edizione sia stata sciovinista: solo sei volte hanno vinto pellicole tedesche, contro i sette orsi andati ai nostri registi. Più di tutti hanno vinto gli Stati Uniti, con le normali aziende commerciali, come "Il paziente inglese". Berlino, che ha saputo conquistare un dignitoso terzo posto tra Cannes e Venezia: ha avuto sempre un occhio di riguardo per Hollywood, 

Naturalmente, l'Orso d'oro alla carriera premierà  un'altra donna: Charlotte Rampling.  La parità è perfetta.

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