Berlino è pandemia. Il cinema in ottima salute.

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Berlino è pandemia. Il Cinema in ottima salute.

Un tour-de-force di cinque giorni anziché dieci, una selezione più limitata del consueto, è stata presentata la Berlinale. Rigorosamente online e solo agli addetti ai lavori.

 Collo indolenzito e cervello impigrito, dalle strane nuove e scomode posizioni da lockdown, visione nel piccolo contenitore sulla scrivania. Mentre ci si aspettava tappeti rossi, le conferenze stampa, le chiacchiere fuori dalle sale come l'ultima edizione al mondo ad aver avuto luogo fisicamente, la Berlinale appunto. Si è appunto trovato dopo appena 12 mesi in un ambiente familiare eppure distopico.

Eppure la dimensione politica e sociale che nutre da sempre il festival di Berlino "Berlinale", il più grande d'Europa per pubblico, anche questa volta ci ha affascinato offrendoci le sue qualità più grandi, ed uniche. Pochi i film a lieto fine, si avverte come una volontà comune di rapresentare, di denunciare il "male".
Dimostrando che il cinema riesce anche in questa occasione, a veicolare una delle sue qualità uniche: offrire una finestra sul mondo.

E che il cinema gode di ottima salute.

  • Babardeala-cu-bucluc-sau-porno-balamuc-cr-Silviu-Ghetie-microFilm-9a7fae4f 71ª Berlinale - 2021

    Bad Luck Banging or Loony Porn

    Premiato con l'Orso d'oro

    Titolo originale Babardeală cu bucluc sau porno balamuc di Radu Jude (Romania / Lussemburgo / Croazia / Repubblica Ceca) prodotto da Ada Solomon.

    Girato durante la pandemia, come testimoniato dalle mascherine indossate da attori e comparse, ha una trama semplice, ormai universale anche se qui appare come una diretta critica alla società rumena. Che per altro avrebbe potuto essere realizzata da una qualsiasi produzione o regista italiano - grandi assenti di questa edizione - data la vicinanza alla grottesca vicenda giudiziaria di Revenge Porn  di cui si è ampiamente occupata stampa italiana.

    Una società gretta ed egoista, quella romena, che parcheggia sulle strisce pedonali, non raccoglie le cacche di cane e fa scenate in coda alla cassa del supermercato.
    Non solidarietà e gentilezze come effetto collaterale della pandemia che si sarebbe attesa Jude, che nel primo dei tre atti segue la protagonista Ema nell'estate di Bucarest.
    È qui che traspare la morale del film: tra le strade assordate dal traffico, dai lavori in corso, dal turbo-folk sparato dai centri commerciali, dove si muove una folla arrabbiata e sciatta, incurante di ciò che ha intorno.
    Quando, per nostro sollievo da turista, distogliendo lo sguardo dall'umano, la camera sosta sulle architetture sovietiche di Piata Uniri. Sulla incompleta slavina del Palazzo del Popolo voluta da Ceausescu, sulle facciate neoclassiche e art-deco — come quelle della storica Cineteca — che si stagliano come giganti stralunati e ignari del macello che accade ai loro piedi. Un sospiro di sollievo, a passeggio sui piani “alti” di una metropoli, nel modo in cui facevamo una volta, viaggiando.

  • the_scary_of_sixtyfirst 71ª Berlinale - 2021

    The Scary of Sixty-First

    Debutto dell'americana-bielorussa Dasha Nekrasova, nota nei circoli hip di New York come attrice ma soprattutto autrice del podcast Red Scare, che commenta fatti di politica e società con cosiddetto taglio “dirtbag left”. È un omaggio a Dario Argento, o a Polanski de L'inquilino e Rosemary's Baby, ai sabba orgiastici di Eyes Wide Shut.

    La storia horror prende spunto dal caso di Jeffrey Epstein da un palazzo di New York e dall'appartamento maledetto e per un messaggio elementare dove abuso di potere e violenza prendono le forme di un incubo terrificante, per le vittime e la società intera.

    Dalla colonna sonora di Eli Keszler e le inquadrature del direttore della fotografia Hunter Zimny, il tributo argentiano è tanto evidente quanto kitsch. A tratti sciatto proprio come detta il dirt-bag left e con molti fili scoperti. Sin dalla sequenza di apertura, con una smarmellata argentiana da manuale esibisce i segni del potere criticati dal film: l'investimento edilizio.
    Sì, e la morale è questa, in alcuni casi l'affidabile “mattone” può diventare davvero crogiolo del male: dai macabri gargoyle che sorreggono i cornicioni dell'Upper West Side ai putti disperati che decorano le facciate del rinascimento gotico a Manhattan fino alla tana del lupo, la Herbert N. Straus House.
    Costruita nel 1932 in stile neoclassico e già allora pensata per inquilini abbienti, sette piani tra Madison e la Quinta Strada, a due passi da Central Park. Epstein ci si trasferì negli anni '90 ma diventò sua residenza preferita solo nel 2011.
    Improvvisatesi detective e tramite le panoramiche di Google Earth, le protagoniste indagano anche sulle altre abitazioni di Epstein sparse per il mondo, in particolare su Little St. James Island ai Caraibi. Luoghi sinistri che il film carica, e a ragione, di qualità estetiche piuttosto macabre e non poco terrificanti. Astenersi se non si ama il genere.

  • I am your man 71ª Berlinale

    I am your man

    Orso d'argento per la migliore interpretazione

    Ich bin dein Mensch è una commedia semiseria su amore, solitudine e interazioni tra umani e robot della regista tedesca Maria Schrader.
    È la storia di Alma (Maren Eggertvincitrice del primo premio gender neutral per Miglior Performance Protagonista), un'esperta di lingue antiche presso il Museo del Pergamon di Berlino.
    Istruita e single, dovrà esprimere il suo giudizio di esperta su un nuovo programma di “accompagnatori”.  Robot umanoidi, guidati da un algoritmo basato sui dati raccolti da 17 milioni di persone in cerca dell'anima gemella.
    Così si ritrova affiancata dal prototipo Tom (Dan Stevens). Più che affascinante, con doti superumane molto desiderabili, che Alma cinicamente disseziona, pur affezionandovisi. Così non riuscirà a smentire il preconcetto: un matrimonio tra macchine e sentimenti è impossibile.

    Ma soprattutto diventa un tour, un omaggio ai luoghi più celebrati della capitale tedesca, ma spogliati della consueta patina storica e ritratti nel quotidiano, carico di sfumature fantascientifiche. Vediamo Alma correre per le scale della nuova estensione del Pergamon Museum, la James Simon Galerie disegnata da David Chipperfield e inaugurata nel 2019.
    L'altare di Zeus appare in tutta la sua magnificenza - ricostruzione scenografica o una succosa anteprima? Perchè il museo è chiuso da anni per rinnovo -, e squarci dell'Isola dei Musei che, dato il periodo pandemico, appaiono surrealmente deserti.
    C'è la camminata pedonale lungo la Sprea, a ridosso della stazione centrale progettata da Gerkan, Marg and Partners, e soprattutto c'è il plattenbau di Spandauerstraße, dove abita Alma e da dove, quasi puoi toccarli, si vedono la gigantesca la Torre della televisione di Alexanderplatz e la cupola della cattedrale.

  • What_do_we_see_when_we_look_at_the_sky 71ª Berlinale - 2021

    What do we see when we look at the sky?

    Una lunga fiaba romantica, questa del giovane regista giorgiano Alexandre Koberidze e la cui protagonista silenziosa è l'antica cittadina di Kutaisi, in Georgia.

    Luogo sospeso nel tempo e ritratta con la stessa generosità corale con cui vengono osservati i suoi abitanti, contribuisce a rendere palpabile il realismo magico che della trama. Lisa e Georgi si conoscono per caso e si innamorano, ma alla vigilia del primo appuntamento un incantesimo trasforma le loro fattezze fisiche donandogli un aspetto completamente diverso e impedendo così un loro nuovo incontro.

    Per oltre due ore, il film mostra i due ignari personaggi passarsi accanto nel parco Besik Gabashvili e lungo il ponte Bianco, che attraversa il fiume Rioni. La scena già di per sè iconica è accompagnata dalle note di “Un'estate italiana” di Edoardo Bennato e Gianna Nannini, quella composta per i mondiali di Italia 90, per suggerisce che, laddove non possiamo ancora viaggiare nello spazio, forse è il tempo la linea da percorrere in questo strano periodo di sospensione.

    Davvero ci manca il poter esplorare liberamente città e luoghi conosciuti o ignoti, questo film è un buon lenitivo.


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Berlinale 71ª - Vincitori in attesa di premio

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Berlinale 71ª - Vincitori in attesa di premio

Si è conclusa la prima fase della 71° Berlinale. Annunciati i vincitori della Berlinale 2021.

La seconda fase è prevista in giugno come evento estivo in presenza (9 – 20 giugno 2021) con la consegna degli Orsi ai vincitori.

I membri della Giuria Internazionale, Ildikó Enyedi (Ungheria), Nadav Lapid (Israele), Adina Pintilie (Romania), Mohammad Rasoulof (Iran), Gianfranco Rosi (Italia) e Jasmila Žbanić (Bosnia ed Erzegovina), hanno annunciato i premiati e le motivazioni per la sezione Competition della 71ª Berlinale.

 

orso 2021

  • Babardeala-cu-bucluc-sau-porno-balamuc-cr-Silviu-Ghetie-microFilm 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’oro

    Per il miglior film

    A Babardeală cu bucluc sau porno balamuc (Bad Luck Banging or Loony Porndi Radu Jude (Romania / Lussemburgo / Croazia / Repubblica Ceca) prodotto da Ada Solomon.

    “L’Orso d’Oro va a un film che ha quella qualità rara ed essenziale di un’opera d’arte duratura. Cattura sullo schermo il contenuto e l’essenza, la mente e il corpo, i valori e la carne cruda del nostro momento presente nel tempo. Di questo stesso momento dell’esistenza umana.
    Lo fa provocando lo spirito del nostro tempo (lo zeitgeist), schiaffeggiandolo, sfidandolo a duello. E mentre lo fa, sfida anche questo momento presente nel cinema, scuotendo, con lo stesso movimento della macchina da presa, le nostre convenzioni sociali e cinematografiche.
    È un film elaborato oltre che selvaggio, intelligente e infantile, geometrico e vibrante, impreciso nel migliore dei modi. Attacca lo spettatore, suscita disaccordo, ma non lascia nessuno a una distanza di sicurezza”.

  • Guzen-to-sozo-Wheel-of-Fortune-and-Fantasy-by-Ryusuke-Hamaguchi-cr-2021-NeopaFictive-768x415 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Gran Premio della Giuria

    A Guzen to sozo (Wheel of Fortune and Fantasy) di Ryusuke Hamaguchi (Giappone)

    “Nel luogo in cui solitamente finiscono i dialoghi e le parole, i dialoghi di questo film iniziano. È allora che vanno più in profondità, così in profondità che, stupiti e turbati, ci chiediamo: quanto può andare più in profondità? Le parole di Hamaguchi sono sostanza, musica, materia.
    Un uomo e una donna, a volte due donne, stanno in una stanza dalle pareti bianche. Poi la scena va avanti, e mentre avanza senti che l’intero universo, incluso te stesso, è lì con loro in questa semplice stanza”.

  • 202104498_4 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Premio della Giuria

    A Herr Bachmann und seine Klasse (Mr Bachmann and His Class) di Maria Speth (Germania) – forma di documentario

    “In un film, puoi attirare l’attenzione su problemi profondi infilando il dito nella piaga o mostrando speranza e dando ispirazione su come ottenere un cambiamento positivo. Quest’ultima è la strategia che il regista di questo documentario teneramente potente ha scelto di seguire.
    Mantenendo sempre le giuste distanze, il film si concentra su uno di quei ‘lavoratori sul campo’ della nostra società che definisce gli anni più formativi dei nostri figli, influenzando profondamente il loro atteggiamento nei confronti della vita. Visto attraverso gli occhi del regista, questo insegnante è unico: rimodella, ammorbidisce e rende più umano, e attraverso questo l’umanità rende molto più efficiente un sistema in crisi: il nostro sistema educativo europeo.
    Il film mostra fino a che punto si può andare semplicemente con vero rispetto, comunicazione sincera e con quella magia che tutti i grandi insegnanti possiedono: accendere il fuoco della passione negli studenti attivando la loro fantasia”.

  • Natural-Light-1--Tamas-Dobos 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Per la miglior regia

    A Dénes Nagy per Természetes fény (Natural Light) – film d’esordio (Ungheria / Lettonia / Francia / Germania)

    “Immagini spaventose e meravigliosamente catturate, ipnotizzanti, regia straordinaria e un controllo magistrale di ogni aspetto del mestiere del cinema, una narrazione che trascende il suo contesto storico. Un ritratto di guerra in cui lo sguardo attento del regista ci ricorda ancora la necessità di scegliere tra passività e responsabilità individuale”.

  • Im-your-Man-cr-Christine-Fenzl 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Per la migliore interpretazione

    A Maren Eggert in Ich bin dein Mensch (I’m Your Man) di Maria Schrader (Germania)

    “La sua presenza ci ha incuriosito. Il suo fascino ci ha reso empatici. E la sua gamma di qualità performative ci ha permesso di sentire, ridere e fare domande. Dando vita con sicurezza a una sceneggiatura eccellente, supportata da meravigliosi colleghi e dal suo regista, ha creato un personaggio memorabile con cui possiamo identificarci, portandoci a pensare alla nostra presenza e al nostro futuro, alle nostre relazioni ea ciò che vogliamo veramente per noi stessi”.

  • Forest-I-See-You-Everyhere-cr-Akos-Nyoszoli-Matyas-Gyuricza 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Per la migliore performance in un secondo ruolo

    A Lilla Kizlinger in Rengeteg – mindenhol látlak (Forest – I See You Everywhere) di Bence Fliegauf (Ungheria)

    “Tra le tante straordinarie esibizioni in miniatura di Forest – I See You Everywhere ne abbiamo trovata una particolarmente forte e memorabile. Lilla Kizlinger porta sulle sue giovani spalle con grazia e illusoria leggerezza naturale una responsabilità speciale. Solo con il potere della sua interpretazione, con la sua presenza intensa, tira in superficie gli strati nascosti della scena, definendo in realtà il motivo del film: la minaccia agghiacciante del mondo, ciò che i bambini di oggi ereditano da noi adulti. Invece di dircelo, spiegarci, assolve il compito molto più difficile di sollevare in noi il bisogno di pensare a domande inquietanti del nostro presente. Ci ha incantati e, attraverso l’incanto, ci ha fatto pensare”.

     

  • 202109213_1 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Per la migliore sceneggiatura

    A Hong Sangsoo per Inteurodeoksyeon (Introduction) di Hong Sangsoo (Repubblica di Corea)

    “Più che raccontare una storia, o far avanzare una narrazione con efficienza, questa sceneggiatura fabbrica quegli intervalli momentanei tra un’azione e l’altra, dove, per un istante, una verità nascosta della vita umana viene improvvisamente rivelata, luminosa e lucida”.

  • Una-pelicula-de-policias-cr-No-Ficcion 71ª Berlinale - 2021

    Orso d’argento

    Per l’eccezionale contributo artistico

    A Yibrán Asuad per il montaggio di Una película de policías (A Cop Movie)
    di Alonso Ruizpalacios (Messico)

    “L’Orso d’argento per il contributo artistico eccezionale va al concetto di montaggio magistrale di un’opera cinematografica audace e innovativa che offusca i confini tra finzione e realtà ed esplora con audacia la capacità del linguaggio cinematografico di cambiare la nostra prospettiva sul mondo. Svolgendo un ruolo essenziale nel supportare la visione unica del regista, il montaggio decostruisce abilmente i molteplici strati della realtà e del linguaggio per offrire uno sguardo approfondito e stimolante in una delle istituzioni più controverse del Messico”.


  

Sezione Encounters

“Ogni film della seconda edizione di Encounters è una linea che attraversa un campo sconosciuto. Se qualcosa si riferisce a questi risultati cinematografici molto diversi, è un senso di scoperta. Come i fratelli Lumière 125 anni dopo. Questi film vogliono portarci in luoghi dove impareremo qualcosa sul mondo, sull’umanità e forse anche su noi stessi. In un’epoca in cui i viaggi sono quasi sempre cancellati, il cinema riacquista la sua funzione”, afferma il direttore artistico Carlo Chatrian.

  • La giuria e i film premiati

    Per quanto riguarda Encounters, la nuova sezione che ha introdotto Chatrian nel 2020 al fine di promuovere opere esteticamente audaci, ambiziose, di registi indipendenti e innovativi, la giuria composta da Florence Almozini (France), Cecilia Barrionuevo (Argentina) e Diedrich Diederichsen (Germany), 

  •  

    Miglior Film: Nous (We) di Alice Diop
    Premio speciale della giuria: Vị (Taste) di Lê Bảo
    Miglior regia (ex-aequo): Das Mädchen und die Spinne (The Girl and the Spider) di Ramon Zürcher, Silvan Zürcher
    Miglior regia (ex-aequo): Hygiène sociale (Social Hygiene) di Denis Côté
    Menzione speciale: Rock Bottom Riser di Fern Silva


  • Berlinale Shorts

    i cortometraggi

    I membri della International Short Film Jury, l'artista Basim Magdy (Egitto), il direttore alla fotografia Christine A. Maier (Austria) e l'attore Sebastian Urzendowsky (Germania), hanno annunciato i seguenti vincitori:

    Orso d'oro per il miglior Film corto a Nanu Tudor (My Uncle Tudor) di Olga Lucovnicova.

    Orso d'argento Premio della giuria (Cortometraggi) a Xia Wu Guo Qu Le Yi Ban (Day Is Done) di Zhang Dalei.

    Berlin Short Film Candidato per European Film AwardsEaster Eggs di Nicolas Keppens.

  • Sezioni Generation Kplus e 14plus

    I premi della giuria

    I membri della International Jury of Generation,  l'attrice Jella Haase (Germania), il regista Mees Peijnenburg (Olanda) e la regista/sceneggiatrice Melanie Waelde (Germany), hanno annunciato i seguenti vincitori:

    Gran Premio per il miglior Film della Generation Kplus a Han Nan Xia Ri (Summer Blur) di Han Shuai e una Speciale MenzioneUna escuela en Cerro Hueso (A school in Cerro Hueso) di Betania Cappato.

    Gran Premio per il miglior Film della Generation 14plusLa Mif (The Fam) di Fred Baillif e una Speciale Menzione a Cryptozoo di Dash Shaw.


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