La Berlinale67° mantiene salda la sua natura «politica»

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L’ Orso d’Oro (a sorpresa) al film ungherese «On Body and Soul», regia di Ildiko Enyedi. Grande sconfitto Aki Kaurismaki a cui va il «contentino» dell’Orso d’Argento come migliore regista per «The Other Side of Hope».

 ildikc enyediIldikò Enyedi (61 anni), regista del film “On Body and Soul”Si chiude con la vittoria di On Body and Soul dell’ungherese Ildikò Enyedi la 67esima edizione della Berlinale, un’edizione senza star che ha visto in Concorso diversi lavori interessanti.

Tra i film premiati le opere politicamente schierate di Aki Kaurismaki, The Other Side of Hope (Orso d’Argento alla Miglior Regia), e di Agnieszka Holland, Pokot (Premio Alfred Bauer), e quelle emotivamente impegnate del regista coreano Hong Sang-soo, On the Beach at Night Alone (Miglior Attrice) e del rumeno Netzer, Ana, Mon Amour (Miglior Contributo Artistico a Dana Bunescu).

Il tedesco Georg Friedrich è stato premiato quale migliore attore nei panni di un padre che cerca di recuperare il figlio in Bright Nights.  Migliore attrice la coreana Kim Min-hee di  On the Beach at Night Alone. Al cileno Una mujer fantástica (l’altro favorito alla vigilia) solo il premio per la miglior sceneggiatura, in cui è stata ringraziata la bravissima transgender Daniela Vega.

È stata un’edizione di passaggio, avara di star e di capolavori, però ci sono state più che nel passato lunghe file a qualunque ora per entrare nelle sale; un festival che mantiene salda la sua natura «politica», diventando una tribuna per gli oppositori di Donald Trump (dalle invettive di Richard Gere al film d’animazione cinese in chiave di commedia nera sull’avidità, Hao ji le (Buona giornata), dove a un certo punto si sente parlare il discusso neopresidente Usa). 

La giuria del Festival del cinema di Berlino era presieduta dal regista Paul Verhoeven e composta dalla produttrice Dora Bouchoucha Fourati, dall’artista Olafur Eliasson, dalle attrici Maggie Gyllenhaal e Julia Jentsch, da Diego Luna e Wang Quan’an.

La Berlinale è uno dei festival più importanti del mondo e questa edizione era iniziata il 9 febbraio con la proiezione di Django, un film francese diretto da Étienne Comar sulla vita del musicista jazz Django Reinhardt.

Dopo che l’anno scorso l’Orso d’oro andò a Fuocoammare – il documentario di Gianfranco Rosi ora candidato all’Oscar – quest’anno non c’erano film italiani in concorso.

Nella sezione Panorama Special c’era però Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che come già era successo al Sundance Festival è stato molto apprezzato dalla critica. Parla di un ragazzo di 17 anni che si innamora di un uomo più anziano durante una vacanza in Italia: è tratto da un romanzo del 2007 di André Aciman.

Il Festival di Berlino ha però assegnato l’Orso d’oro alla carriera alla costumista italiana Milena Canonero, famosa per aver collaborato a molti film di Stanley Kubrick e vincitrice di quattro premi Oscar. Il premio speciale della giuria è andato a Félicité di Alain Gomis (ambientato in Congo).

 

I più importanti premi del Festival di Berlino 2017

berlinale-2017-39 La Berlinale67° mantiene salda la sua natura «politica»I trofei della Berlinale prima delle cerimonia di premiazione – 18 febbraio 2017  (TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)

I titoli di molti film sono in inglese (anche se prodotti in altri paesi) per chiarezza generale. Non sono in italiano perché quasi nessun film ha ancora la certezza di essere distribuito in Italia (e quindi un titolo italiano).


Orso d’oro per il miglior film: On body and soul di Ildikó Enyedi
Orso d’argento per il miglior regista: Aki Kaurismäki per The other side of hope
Orso d’argento per il miglior attore: Georg Friedrich per Bright Nights
Orso d’argento per la migliore attrice: Kim Min-hee per On the beach at night alone
Orso d’argento per la migliore sceneggiatura: Sebastián Lelio e Gonzalo Maza per Una mujer fantástica
Orso d’argento, gran premio della giuria: Félicité di Alain Gomis
Orso d’argento per il miglior contributo artistico: Dana Bunescu per Ana, mon amour
Premio Alfred Bauer (per il film che “apre nuove prospettive”): Pokot di Agnieszka Holland
Orso d’oro alla carriera: Milena Canonero
Teddy Award (per film con temi LGBT): Una mujer fantástica di Sebastián Lelio
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Vincenzo Maddaloni
Vincenzo Maddaloni ha fondato e presiede il Centro Studi Berlin89, l'associazione nata nel 2018, che si propone di ripercorrere analizzandoli i grandi fatti del mondo prima e dopo la caduta del Muro di Berlino. Professionista dal 1961 (per un decennio e passa il più giovane giornalista italiano), come inviato speciale è stato testimone in molti luoghi che hanno fatto la storia del XX secolo. E’ stato corrispondente a Varsavia negli anni di Lech Wałęsa (leader di Solidarność) ed a Mosca durante l'èra di Michail Gorbačëv. Ha diretto il settimanale Il Borghese allontanandolo radicalmente dalle storiche posizioni di destra. Infatti, poco dopo è stato rimosso dalla direzione dello storico settimanale fondato da Leo Longanesi. È stato con Giulietto Chiesa tra i membri fondatori del World Political Forum presieduto da Michail Gorbačëv. È il direttore responsabile di Berlin89, rivista del Centro Studi Berlin89.
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