La Germania accoglie i fuggiaschi purché specializzati

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Infatti il 19 dicembre il parlamento approverà una legge sui lavoratori qualificati di cui l'industria ha bisogno, che entrerà in vigore dopo tre mesi. E' la prima ammissione che la Germania è una Emigrationsland,

Immigrati specializzati

Per decenni in Germania si è cercato di rispondere alla domanda: siamo una paese di immigrazione, oppure no? Il boom del dopoguerra fece arrivare i lavoratori italiani, e poi gli spagnoli, i greci, e infine i turchi, ma ci si illudeva che sarebbero rimasti solo fino a quando fossero necessari. Anche gli immigrati pensavano di tornare prima o poi in patria, appena fossero riusciti a risparmiare una somma sufficiente per avviare un'attività al loro paese. In particolare gli italiani. Ma rimasero quasi tutti. Finalmente il 19 dicembre il parlamento approverà una legge sui lavoratori qualificati di cui l'industria ha bisogno, che entrerà in vigore dopo tre mesi. E' la prima ammissione che la Germania è una Emigrationsland, anche se la norma riguarda un tipo preciso di emigranti.

Quando nel settembre del 2015, Frau Merkel non chiuse le frontiere innanzi all'esodo dei disperati, soprattutto all'estero, non si volle credere a una decisione dettata dalla morale. La cancelliera accoglieva i fuggiaschi dalla Siria, che erano i più preparati, professionisti e operai qualificati, perché le industrie avevano bisogno di mano d'opera. In realtà arivarono un milione e centomila emigranti in quattro mesi, ma non solo dalla Siria, giunsero dal Pakistan e dall'Afganistan, dal Maghreb, e ben pochi erano qualificati. Troppi in breve tempo, e l'accoglienza incontrollata ha destabilizzato il paese. Ma è vero che alle imprese manca almeno un milione di operai specializzati. Lavorare a una catena di montaggio oggi è ben più complesso che negli Anni Sessanta, e una minoranza dei nuovi venuti si è dimostrato capace. Ad alcuni manca la voglia, e molti che vorrebbero non conoscono la lingua, e si arrendono innanzi alle difficoltà del tedesco.

Fino ad oggi un'impresa che avesse voluto assumere un dipendente all'estero, doveva dimostrare di non poterlo trovare in Germania, o nei paesi della Ue. Questa norma viene abolita. L'immigrato dovrà tuttavia dimostrare di avere una specializzazione e di conoscere la lingua, a un livello sufficiente, e di avere già un contratto. Senza immigrati, entro il 2050 al paese verrebbero a mancare almeno 16 milioni di lavoratori specializzati. Già adesso, alcuni settori come quello edile non riescono a far fronte alle commesse perché non hanno operai sufficienti.

Si potrà accogliere, a certe condizioni, anche chi non ha una preparazione sufficiente, e non abbia un contratto, purché sia in grado di seguire un corso di perfezionamento. Ma il permesso di soggiorno sarà limitato a sei mesi, e l'immigrato dovrà mantenersi a sue spese. Una simile regola finora esisteva solo per chi avesse un titolo accademico. Per i profughi che si trovano già in Germania è previsto un periodo di tolleranza di due anni, se si svolge un lavoro di 35 ore alla settimana, che porti a una specializzazione. Oggi, molti Flüchtlinge, fuggiaschi, come vengono definiti, fanno resistenza nell'apprendimento della lingua, necessario per un corso di specializzazione, e si accontentano di vivere con gli aiuti sociali, pari a quelli dei tedeschi.

 Naturalmente, la legge non sarà di facile applicazione. Chi dovrà controllare la preparazione dei nuovi venuti? E in base a quale criterio? Attualmente, gli uffici competenti sono oltre 1.300, ma le norme cambiano da regione a regione. Ma è un primo passo per fare chiarezza. Il ministro degli interni, il bavarese Seehofer, nei mesi scorsi aveva cominciato a espellere giovani stranieri che non avevano diritto all'asilo politico, benché fossero già assunti da imprese e ditte come praticanti, e nonostante le proteste degli imprenditori.

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Roberto Giardina

Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. È presente su Berlin89 con la rubrica Pizza con crauti.  
Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. 

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