Andrea Camilleri, c'era una volta
Andrea Camilleri cieco. Cieco come Omero e come Borges, entra nell’Eternità. Come Tiresia, da lui amato, l’indovino cieco.
Camilleri ha attraversato tutti gli spazi letterari che gli scrittori hanno dedicato all’indovino greco, da Omero, a Ovidio, a Dante, da Apollinaire, a Ezra Pound, a Eliot. Si è confrontato con la sua età – 94 anni – e con la sua cecità, con il Tempo e con la percezione dell’Eternità e lo ha raccontato in una delle sue ultime uscite pubbliche, parlando a un pubblico incantato di Tiresia, il cieco indovino che fu femmina e maschio e che spiegò a Edipo che gli occhi ci fanno vedere le apparenze, quasi sempre ingannevoli, ma non sono indispensabili per “vedere” la verità.
La grecia classica nella figura di Tiresia ha condensato un sistema complesso. Ed è mito tramandato.
Pochissimi, ecco solo forse Pirandello è stato salutato con tanta emozione e tanta commozione.E Camilleri lo ricorda: io c'ero.
Inutile cercare Vigata perchè creò una nuova cittadina, un mondo nuovo. Come inutile affaticarsi a decifrare parole in lingua siciliana, perchè creò un nuovo lessico comune.
Un cantastorie, scrittore del popolo.
Duro, ironico, severo, serio, innamorato. Ha creato Montalbano unico personaggio della letteratura italiana, dopo Pinocchio, a diventare un mito letterario internazionale.
È stato un uomo libero, generoso, amico dei lettori; e infatti gli abbiamo voluto e gli vogliamo tutti molto bene, come si vede in questi giorni.