L'altolà dell' Alta Corte tedesca può strozzare l'Italia
Una mina alle fondamenta dell’architettura istituzionale dell’Unione. In questo potrebbe trasformarsi la sentenza emessa ieri dalla corte costituzionale tedesca: secondo i giudici di Karlsruhe il piano di acquisto di titoli pubblici della Banca centrale europea è sproporzionato. Per questo lanciano un ultimatum: l’istituzione guidata da Christine Lagarde ha tre mesi per chiarire i contorni del suo intervento. La Bce non ha ancora deciso se rispondere, ma il rischio è che nel frattempo l’Italia si trovi costretta a pagare un prezzo salato.
Quali sono le Prime impressioni dalla stampa tedesca dopo la importante sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe?
La Corte costituzionale federale lascia alla BCE una porta sufficientemente aperta affinché possa continuare i suoi tanto discussi acquisti di titoli di stato. Ma questa è l'unica nota positiva di questo verdetto confuso, euroscettico ed economicamente discutibile. (...)
(..) Una spiegazione chiarificatrice sul verdetto appena dato è che i giudici di Karlsruhe stavano cercando una leva che garantisse loro il diritto permanente di avere l'ultima parola. In definitiva, non vogliono sottomettersi alla Corte di giustizia europea.
La BCE ora scriverà la sua difesa, e davanti alla corte chiarirà che il nuovo piano di aiuti per il Coronavirus differisce sostanzialmente dal programma di acquisto titoli appena messo in discussione. È probabile che in questo modo possa avere successo. Anche i giudici di Karlsruhe non dovrebbero avere alcun interesse a distruggere l'unione monetaria.
È anche chiara un'altra cosa, e cioè: con una simile Corte sullo sfondo, non si può affrontare un tema che che conosciamo già dalla crisi dell'euro e che abbiamo riascoltato durante la crisi del coronavirus.
Questa sentenza mostra che il potenziale della politica di integrazione nel quadro dell'attuale sistema giuridico si è apparentemente esaurito. Se vogliamo piu' Europa, bisogna cambiare i trattati.
Stefan Kaiser su Der Spiegel spiega che si tratterebbe di una inspiegabile prova di forza dei giudici costituzionali tedeschi che intervengono in una disputa di natura politica:
La strana prova di forza dei giudici costituzionali
(...) Perché, ci si potrebbe chiedere, la Corte costituzionale federale proprio ora ha deciso di iniziare a silurare le fondamentali misure di sostegno delle banche centrali?
Ma questa accusa da sola non basta. È compito dei giudici esaminare i ricorsi costituzionali - e il fatto che il verdetto sia stato pronunciato proprio in questo momento, al culmine di una nuova crisi, potrebbe essere solo un puro caso.
I giudici intervengono in una disputa politica
Il quotidiano ultra conservatore Die Welt (il Mondo, in italiano) saluta con entusiasmo il verdetto della Corte di Karlsruhe e con una certa soddisfazione annuncia ai suoi lettori: il „Whatever it takes“ potrebbe essere solo un ricordo del passato.
(...) Il verdetto è un colpo di gong. Nessun esperto in materia in realtà si aspetta che le autorità monetarie di Francoforte interrompano immediatamente gli acquisti di titoli di stato. La Corte costituzionale federale, tuttavia, ha voluto chiarire alla BCE che c'è un'autorità che controlla la politica monetaria delle istituzioni monetarie. Come del resto stava accadendo durante la crisi del Coronavirus, che con tutti i suoi programmi di salvataggio a molti osservatori aveva dato la sensazione che la BCE si stesse praticamente scrivendo da sola le proprie regole e stesse operando liberamente sotto il motto del "Whatever it takes". Il duro verdetto di Karlsruhe ha notevolmente ridotto gli spazi disponibili per la BCE. Finora, il potere della BCE sui mercati finanziari si basava anche sul fatto che potenzialmente poteva agire in maniera illimitata. (...)
I giudici di Karlsruhe in questo modo hanno fatto capire che ci sono dei chiari limiti ai programmi di salvataggio e che in futuro si dovrà rispettare anche la regola del capital-key. Gli acquisti illimitati a piacimento sembrano contrastare con il principio della proporzionalità.
"Mi aspetto che la BCE nelle prossime settimane modifichi le caratteristiche del PEPP", afferma Bernd Lucke, professore di economia ad Amburgo e uno dei ricorrenti. I giudici di Karlsruhe avrebbero definito dei criteri chiari per evitare di arrivare al finanziamento monetario degli stati, e il programma di salvataggio PEPP li avrebbe chiaramente violati.
Se la BCE non dovesse agire, a Karlsruhe potrebbero esserci nuove cause, ed è ipotizzabile che i ricorrenti possano cercare di ottenere un pronunciamento immediato.
Sembra quasi che il „Whatever it takes“ ormai sia solo un ricordo del passato.