Immigrazione. Una specifica riluttanza all'italiana

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L’Italia è divenuto un paese di immigrazione una cinquantina di anni fa, intorno al 1973-1974 per essere più precisi, a seguito della guerra del Kippur e della crisi economica internazionale. Accadde perchè i paesi di più antica immigrazione chiusero le proprie frontiere ai lavoratori stranieri. 
 
Da allora, l'Italia continua a conservare il suo primato di Paese dell'accoglienza - 5 milioni gli stranieri italianizzati - oltre che di transito dei migranti che sbarcano nell'Unione europea. Tuttavia, nonostante la popolazione straniera regolarmente residente in Italia sia aumentata nel corso degli anni, non altrettanto si può dire per la legislazione che regola questi flussi a cominciare da quella per ottenere la cittadinanza.
 
Il termine cittadinanza indica il rapporto tra un individuo e lo Stato, ed è in particolare uno status, denominato civitatis, al quale l’ordinamento giuridico ricollega la pienezza dei diritti civili e politici.  La cittadinanza italiana si acquista iure sanguinis, cioè se si nasce o si è adottati da cittadini italiani.
 
Lo ius sanguinis è un'espressione giuridica di origine latina che indica l'acquisizione della cittadinanza per il fatto della nascita da un genitore o con un ascendente in possesso della cittadinanza.

Lo ius soli è un'espressione giuridica di origine latina che indica invece l'acquisizione della cittadinanza per il fatto di nascere nel territorio statale, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori.

Con il rafforzarsi dell'immigrazione le modalità di acquisizione della cittadinanza sono rimaste fra le tematiche che più animano i dibattiti dei moderni Stati democratici. Fra le cause scatenanti, da un lato, i popoli e il loro vivere oramai globalizzato, dall’altro parte le ondate migratorie che sempre più raggiungono le coste europee.

In Italia il concetto di cittadinanza è disciplinato dalla Legge n. 91 del 5 febbraio 1992, la quale, modificata ed integrata nel tempo, disciplina tanto i modi di acquisto (in capo agli individui) che di richiesta (da parte degli stranieri) della cittadinanza.

La possibilità di acquisto Iure soli, quindi, rappresenta solo una eventualità residuale, salvo e solo in alcuni casi particolari, disciplinati dalla medesima Legge, si può essere cittadini italiani per nascita, quindi solo eccezionalmente è possibile che un individuo, nato sul territorio italiano e per tal motivo, sia riconosciuto quale cittadino dello Stato. Nel dettaglio:

  • se nasce sul territorio italiano da genitori apolidi;
  • se nasce sul territorio italiano da genitori ignoti;
  • se nasce sul territorio italiano da genitori che non possono trasmettere - secondo la legge dello Stato di provenienza - la propria cittadinanza.

 



 
 
 
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Mai riuscito a rispondere compiutamente alle uniche importanti domande della vita: “quanto costa?”, “quanto ci guadagno?”. Quindi “so e non so perché lo faccio …” ma lo devo fare perché sono curioso. Assecondami.

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