Quando Venezia impersonava la Giustizia

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 In Piazza San Marco ci sono venti effigi della Giustizia scavate nella pietra. Venezia & Giustizia, connubio inscindibile dell’auto-rappresentazione della città, preteso dal patriziato veneziano per evidenziarsi come  fautori del governo ideale. Pino Usicco ne racconta la storia con le immagini e con questo saggio che volentieri pubblichiamo.

Scrivo volentieri della Giustizia, perchè mi sembra cosi pertinente oggi in questi momenti difficili, per chi ha la voglia si riflettereGiustizie veneziaLe visualizzazioni delle Giustizie in Piazza San Marco Foto © Pino Usicco DeHumanaArchitectura su due parole Giustizia-Venezia, indissolubilmente legate, che costituivano una potente configurazione, verbale, figurata e di fatto, elevando la Repubblica a simbolo del buon governo. La sua fama, in tal senso, a me pare sia dovuta a tutte quelle personalità che nei secoli l'hanno visitata, in qualità di ambasciatori, principi, re, imperatori, papi, intellettuali, artisti, et quant'altri, tutti a celebrarla come espressione massima di saggezza, sapienza, unica e insuperata nel governare e legiferare.

Dalle acque della laguna è sorta una città, che è divenuta potente commerciando e intrattenendo rapporti di scambio con i mercati più importanti d'Europa dell'epoca,  e con il più lontano e misterioso Oriente. Affari, commerci con una moltitudine di popoli, ricchezza. Baluardo d'Europa, con la sua potenza navale, nei confronti del costante avanzare del mondo musulmano, pur rimanendo con essi - per secoli - prodiga di fecondi scambi artistici, culturali oltre che di mercanzie. Molto vi ha influito  una diplomazia efficiente, sempre disponibile alla trattativa. Una moltitudine di "uomini d'onore" che hanno elargito il loro contributo, spesso la vita per la salvaguardia della città. Invidiata e amata,  da sempre senza uguali sempre innovatrice,  da sempre disponibile ad ospitare chiunque fosse in grado di primeggiare in qualche mestiere e arte. Tutto ciò è stato possibile - ripeto - per il buon governo e una particolare sinergia che a Venezia si era sorta fra gli ottimati ed il popolo. Sapere e conoscenza sono il ponte per trasmettere ai giovani tanta bellezza della nostra città, unica e straordinaria affinchè non sia perduto per sempre quello spirito che ha contraddistinto il vivere civile dei nostri avi.

Infine, l'articolo che seguira' è strettamente connesso a questo, perchè illustra il celebre trittico della Giustizia di Jacobello Del Fiore dipinto nel 1421, per il Magistrato del Proprio, che aveva sede in Palazzo Ducale e gestiva la corte civile e penale. Dipinto mille anni dopo la nascita di Venezia, racchiude dal punto di vista rappresentativo sia i principi originali dei padri, sia le linee da perseguire per costituire un modello di Giustizia che si riconoscesse in Venezia.

 

LA GIUSTIZIA e VENEZIA

Relegare l’immagine di Venezia in forma di Giustizia alla scultura che Filippo Calendario realizzò per la facciata del Palazzo Ducale è riduttivo. La rappresentazione della Giustizia a San Marco è onnipresente: Venezia – Giustizia, connubio inscindibile dell’auto-rappresentazione della città, con le sue istituzioni per la saggia amministrazione del “buon governo”. Le virtù cardinali sono prerogativa delle funzioni del doge, massima autorità della Repubblica, il popolo ubbidiente verso le leggi e l’autorità dello Stato: insieme concorrono a determinare quello stato di prosperità e di pace della città eletta Nuova Gerusalemme. L’arrivo ( 1094) delle reliquie di Marco “...sanziona l’erezione nella laguna di una nuova Costantinopoli: la "Seconda Roma” (André Jean-Marc Loechel). Una convergenza di interessi e di modalità legislative, la sede di un sistema di poteri senza pari garantiti dalla Giustizia.

Giustizia a VeneziaFoto © Pino Usicco DeHumanaArchitecturaIl mito di Giustizia - Venezia è nato dall’interesse della società patrizia veneziana di persuadere e imporre all’interno e all’esterno l’auto-affermazione di una società predestinata al buon governo, e di conseguenza alla Giustizia. Coscienza, identità espressa attraverso linguaggi iconografici, architettonici e urbanistici ma anche religiosi, costituiti da legittimazioni sacre, teologiche, essenzialmente soteriologiche. Marin Sanudo definisce Venezia “Santa Repubblica”. Venezia è soprattutto città dell’auto-glorificazione e del rito, strumento della celebrazione della fede nella sua predestinazione a città eletta. E se Marco è il santo patrono, la Vergine Maria evoca la personificazione della città, sicché appare in tutta la sua potenza l’ambizione della Giustizia di essere Venezia, vergine casta, inviolata. Infine è decisivo sottolineare che l’origine della storia della salvezza è connessa all’inizio di Venezia, fondamento considerevole della sua iconografia. Venezia Nuova Gerusalemme, di terra e del cielo, città ideale e dalla costituzione ideale, umana sì,  quasi perfetta, che garantisce tale Giustizia.

Francesco Sansovino scriveva: “La nostra città se la si vuol rappresentare, appare sotto i tratti di una santissima giustizia”. I veneziani hanno voluto vedere l’intervento divino negli affari degli uomini, e appropriandosi delle figure dell’allegoria delle virtù e di talune figure bibliche, hanno sviluppato una quantità di figurazioni che conducono ad una rivendicazione di legittimità, che sono proprie del mito della città unica e santa, appunto Nuova Gerusalemme.". Abele, Noè, Salomone, Giuditta, ad esempio (solo per citare alcune delle figure dell’Antico Testamento), sono utilizzate nella rappresentazione iconografica quali modelli positivi nel progetto di immagine della Repubblica. Sintetizzando il pensiero di G.M. Masenetti, egli celebra la santa Giustizia come una regina, con la spada e la bilancia e con il suo leone, affermando che simile immagine altro non può essere che la Giustizia di Venezia.

Palazzo Ducale è la domus justitiae: “Mundus alter Venetia dicta est” (Petrarca, Seniles IX). Il detto conferma il pensiero del tempo, secondo il quale  la santissima Giustizia-Venezia è modello dello Stato e difensore della stessa.

La Giustizia di Filippo Calendario, pur essendo collocata nel Palazzo Ducale sede del governo della Repubblica, presenta ancora una non completa compenetrazione fra l’antica Justitia, prototipo della Venezia, e allegoria della Repubblica, che Aulo Gellio nelle Noctes Atticae desunte da fonti storiche definisce quale “vergine che ispira terrore, dagli occhi penetranti, e la cui dignità parsi congiungere a venerabile dolore”. Infatti la dicitura “VENECIA”, che identifica la figura femminile, posta ai due lati del volto del soggetto, tende a legittimare l’unitarietà della rappresentazione (nel XVI secolo tale precisazione sarà abbandonata). La figura scolpita su un tondo è collocata nel quadrilobo compreso fra due archi della Loggia giusto sopra l’unico capitello con l’imposta multipla, precisamente al XLVIII (e 26°), corrispondente nel portico al piano terra ad un capitello di maggiori dimensioni (il XXIV con la numerazione del Ruskin,il 13° con quella comunemente oggi in atto). La collocazione risulta essere il tratto terminale della parte trecentesca del Palazzo Ducale. L’attribuzione dell’opera è ancora incerta anche se fra le molte prevale con riserva quella data dal Toesca (1951, pp. 416 ss.) che la attribuì a Filippo Calendario “in ragione anche delle opere dei gruppi d’angolo”. 

La Giustizia – Venezia impugna con la mano destra la spada, e con la sinistra sembra trattenere un cartiglio-pergamena, aperto dal vento su cui appare l’iscrizione: Fortis / Giustizia / Tron / Furia / MARE / SUB / Peder / ATM.

Giustizia, Forza, Virtù, e Dominazione dei mari sono le qualità della città. La Giustizia - Venezia, coronata, è seduta su un trono che appoggia su di un piano nautico, perché galleggia sopra le onde del mare dove i pesci nuotano, ed è priva della consueta bilancia propria della Giustizia. Ai due lati, due protomi leonine completano il momento solenne e trionfante della stessa, che si impone sulle due figure, una che rappresenta le discordie civili e il vizio dell’ira, la seconda identificata con la minaccia militare e il vizio della superbia, in contrapposizione agli attributi di Venezia che sono la temperanza e l’umiltà. L’iconografia della Giustizia è presente nelle facciate del Palazzo Ducale come Virtù assoluta della Repubblica. Un’altra scultura sempre in forma di Giustizia - Venezia, questa volta a tutto tondo,è collocata sulla sommità del balcone meridionale della sala del Maggior Consiglio. La splendida Giustizia - Venezia fu scolpita da Alessandro Vittoria nel 1577, dopo l’incendio di quell’anno, in sostituzione di una precedente che probabilmente era caduta con il terremoto del 26 marzo 1511 (Paoletti 1893, I, p. 2).

Su due lastre è scolpita l’iscrizione: QUANTI/dringenti/corsero/quattro anni. QUESTO LAVORO / SEMPLICE / MICHAEL / DUKE star / Fer Maggiore

Una personificazione di Venezia sempre di Alessandro Vittoria è presente sull’altra facciata verso la Piazzetta. Sul lato nord-ovest del Palazzo Ducale si apre la porta della Carta e il coronamento è solennemente concluso nel 1441 da una scultura della bottega dei Bon che rappresenta la Giustizia-Venezia. Seduta su di un seggio completato da due teste di leoni, ha la corona sul capo, la spada e la bilancia, attributi della sua regalità e del potere, elementi che compiutamente rivelano la sua sacra identità. Alla base la scritta: “IVSTICIA”. Anche il capitello d’angolo, dalla parte della porta della Carta, al di sotto del gruppo di Salomone presenta l’immagine della Giustizia, che essendo alata si potrebbe identificare con Astrea, antica divinità della giustizia. Astrea appare ancora nel bassorilievo a lato della scala dei Giganti,e un’altra in un capitello del cortile interno del Palazzo. Francesco Sansovino parla di “una Venezia in forma di Giustizia” rappresentata nel rilievo centrale della Loggetta, posta proprio di fronte alla porta della Carta. Ma in questa scena chiaramente appare “la triplice immagine del mito di Venezia: Giustizia come Giuditta, casta e regina come la vergine Maria, per questo ha le gambe chiuse” (G. Lovato). Il gioiello architettonico realizzato da suo padre Jacopo Sansovino precede l’epocale rinnovamento urbanistico della Piazza, e si rivela come la massima espressione dell’allegoria del mito di Venezia - Giustizia, rappresentato nei rilievi e nelle sottostanti sculture. Altre due Venezia - Giustizia sono presenti sul campanile, una rivolta verso est a fronte della basilica e l’altra verso occidente che guarda verso il fondo della Piazza,alle Procuratie Nuovissime.

giustizia 3Piazza San Marco, pianta  delle distribuzioni delle effigi Giustizia-Venezia e dei leoni di San Marco Foto © Pino Usicco DeHumanaArchitectura

In Piazza San Marco oltre alle 20 Giustizie e 9 leoni di San Marco rappresentati nella pianta sono presenti ulteriori 2 leoni marciani nella cancellata della loggetta e 3 in ciascun pilo portabandiera.


Fonte :Il materiale documentativo è tratto parzialmente dall'opera editoriale di Pino Usicco "VENEZIA PIAZZA SAN MARCO LA LUCE E IL TEMPO" in fase di pubblicazione. https://www.venezia-piazzasanmarco.usicco.org/

Pino UsiccoPino Usicco è autore di pubblicazioni, e di opere editoriali di fotografia, design, pittura, scultura, ceramica. Studioso della luce, svolge un' attività di ricerca sulla percezione e sui linguaggi misti. Il suo interesse è rivolto alla progettazione di opere editoriali di globale interesse, che privilegiano i temi inerenti la salvaguardia del pianeta. "Venezia Piazza San Marco, la Luce e il Tempo" è la sua opera più recente in corso di pubblicazione

 

 
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