È di Arminio dei Cherusci il primo voltafaccia
Arminio civis romanus, con il suo tradimento è il primo esempio del tempestoso rapporto italo-germanico nel quale gli italiani - dal 50 prima di Cristo - figurano pervasi di un’inguaribile propensione ai giri di valzer e ai mutamenti di campo. Alfredo Venturi ripercorre le cronache di questo rapporto che s’inizia ai tempi di Giulio Cesare soffermandosi ogni volta su quei luoghi comuni che da più di duemila anni caratterizzano le relazioni tra i due popoli amici o rivali, secondo il vento che tira.
Notoriamente incline all'autocelebrazione, forse Giulio Cesare esagerava un poco quando affermava che bastarono dieci giorni ai suoi genieri per costruire un ponte sul Reno.
In ogni caso, anche se richiese qualche giornata di lavoro in più, si trattò di una straordinaria impresa d'ingegneria militare. Siamo nell'anno 55 prima di Cristo: per dare una lezione a certe tribù germaniche protagoniste di cruente incursioni da questa parte del fiume, Cesare ordina che l'ostacolo fluviale venga neutralizzato. Con il legname fornito in abbondanza dalle circostanti foreste, il ponte viene realizzato fra le attuali Coblenza e Bonn, in un tratto in cui il fiume è particolarmente largo e vorticoso. Sui pali massicci piantati nel fondo, leggermente inclinati per resistere alla corrente, ecco materializzarsi il percorso verso l'altra sponda.