Rabenmutter = Madre corvo. È la parità di genere alla tedesca, ragazzi!
Le donne che vogliono continuare a lavorare vengono chiamate Rabenmutter, madre corvo, un'espressione che esiste solo in Germania.
Frau Angela è chiamata Mutti, mammina. Un soprannome ironico, allo stesso tempo affettuoso e rispettoso: come una attenta madre di famiglia, severa e giusta, soprattutto efficiente, la cancelliera ha dato sicurezza ai suoi tedeschi, stimata anche da quanti non votavano per il suo partito.
Per gli uomini la situazione non cambia di molto. Non si perde una promozione in ufficio perché si è diventati padri. Avviene per le donne, pur se nessuno lo ammette, e la madre continua a lavorare come prima, senza assenze, cercando aiuti in famiglia, o pagando una baby sitter.
Comunque, anche le donne single e senza figli sono pagate meno degli uomini, in media del 25%, a parità di compiti e di grado. Ultimo caso: la giornalista Birte Meier ha denunciato lo Zdf, il secondo canale tedesco, perché a parità di compiti viene pagata meno dei colleghi maschi. Il giudice le ha dato torto: un datore è libero di pagare i dipendenti in base alle loro capacità. Ma allo Zdf gli uomini sarebbero sempre i più bravi?
Una donna che lavora perde in media, dopo dieci anni dalla nascita del figlio rispetto a quanto guadagnava prima del parto, il 21% in Danimarca, il 27% in Svezia, il 33% negli Stati Uniti, il 44% in Gran Bretagna, il 51% in Austria, in Germania si arriva al 61%. Lo studio è stato compiuto dal professor Josef Zweiwmüller dell'università di Zurigo. Non ci sono dati sulle italiane, ma sempre più di frequente il nostro paese è dimenticato dalle statistiche. Dopo la nascita, le tedesche rimangono a casa per un periodo più o meno lungo. Quando ritornano al lavoro spesso non ottengono il vecchio livello, e questo è il motivo più importante per la riduzione del reddito, pari a un buon 50%. Mancano gli asili nido, nonostante gli impegni del governo, e la norma che prevedono un indennizzo per la famiglie che per scelta o perché non ci sono posti, non mandano il figlio all'asilo nido.
Quando era ministro della famiglia, propose di raddoppiare i posti negli asili (in proporzione erano la metà rispetto all'Italia), e fu duramente attaccata dai sindacati, era meglio che le donne non portassero via il posto agli uomini, e dalle Chiese, cattolica e luterana.