Greta & i cambiamenti climatici. Tanto rumore per nulla
Sulla copertina di Time sotto il nome dell’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg - consacrata “persona dell’anno” dal settimanale statunitense – la redazione ha scritto come sottotitolo "Il potere della gioventù". Se Time fosse rispettoso della verità al posto di Greta sacra immagine della salvaguardia del clima, avrebbe fatto meglio a pubblicare una foto con le grandi navi da crociera dagli impatti climatici devastanti, con "Il coraggio di dire la verità" come titolo.
Sicuramente con questa copertina avrebbero venduto meno copie, al contrario puntando tutto sulle emozioni edificanti, che la persona Greta evoca, la resa in termine di copie vendute sarebbe stata ben diversa, anche perché lo stimolare l'effetto emotivo è diventato una moda, o per essere precisi un grande business.
Infatti, un pull di psicologi interpellato dalla prestigiosa rivista New Scientist ha concluso che, accanto alle "emozioni classiche" gioia, tristezza, rabbia, paura, sorpresa e disgusto, negli anni recenti si sono aggiunte ispirazione, curiosità, gratitudine, orgoglio ma, soprattutto, la confusione. Certamente essa è il sentimento di gran lunga il più diffuso oggi nel mondo. Dacher Keltner dell'Università di Berkeley, in California, sostiene che la confusione che c'è sulcome affrontare i cambiamenti climatici, genera, " la convinzione che la classe dirigente ci stia dando informazioni insufficienti o contrastanti". Insomma la confusione produce quella sensazione di smarrimento che tutti abbiamo provato, "in un'aula universitaria, in una galleria d'arte, in una città sconosciuta in una piazza…".
Aggiungerei all’elenco del professor Keltner anche i porti da crociera di Barcellona, di Palma di Maiorca e di Venezia. Sono essi in Europa i più inquinati, come rivela la nuova analisi di Transport & Environment che punta il dito sulla Carnival Corporation, la maggiore compagnia crocieristica al mondo che da sola occupa il 50 per cento del settore.
Con la sua flotta di oltre 100 navi che attraccano in 700 porti, nel 2017 ha emesso circa 10 volte più ossido di zolfo (SOX) sulle coste europee rispetto a tutti i 260 milioni di auto circolate sul Vecchio Continente. La Msc in proporzione in quanto impatto ambientale non è da meno.
Voltiamo pagina. Le cronache recenti definiscono inarrestabile la crescita delle Suv acronimo di Sport Utility Vehicle nelle preferenze degli automobilisti. Secondo Forbes, infatti, le statistiche a livello mondo di questo genere di vetture sono salite del 6 per cento toccando quota 41 per cento. In Italia nei primi otto mesi del 2019, le SUV sono cresciute del 6 per cento con un 39 per cento complessivo.
Naturalmente sono vetture che viaggiano a benzina e quindi le Suv aumentano il CO2. Una realtà evidenziata di recente dall’International Energy Agency la quale sottolinea che «I SUV sono stati il secondo maggior contributo all’aumento delle emissioni globali di CO2 dal 2010, dietro al settore energetico, ma davanti all’industria pesante, ai camion e al traffico aereo».
Un’altra chicca? La statunitense Cargill, è definita “la peggior compagnia del mondo“,perché avrebbe ripetutamente rifiutato di interrompere il proprio rapporto economico con i fornitori direttamente coinvolti nella deforestazione (gli incendi di quest’estate della foresta amazzonica, ricordate?). Di certo è la compagnia più importante nel commercio di soia dal Brasile, ed è considerata la maggiore azienda agroalimentare del pianeta.
E’ presente in 70 Paesi con 160mila dipendenti. Ha interessi nei mangimi per animali e nella trasformazione e nel commercio di materie prime alimentari. Inoltre è presente anche nel settore energetico e dei trasporti, dell’industria farmaceutica, e perfino nella produzione di sale chimico per la manutenzione invernale delle strade. Fatturato? Nel 2018 114,7 miliardi di dollari (+5% sul 2017) e utili netti pari a 3,1 miliardi di dollari (+9% sul 2017).
Stando così le cose è più che naturale che la Cargill, il gigante dell’Agribussines incoraggi la deforestazione, benché le migliaia di roghi nella foresta amazzonica abbiano alimentato le polemiche internazionali e le prese di posizione della politica ai massimi livelli. Se ne comprenderebbe meglio il perché, se si leggessero le conclusioni del Global Forest Watch sui dati raccolti dall’Università del Maryland, secondo i quali il mondo ha perso - nel 2018 - 12 milioni di ettari di copertura arborea, 3,6 milioni dei quali costituiti da foresta pluviale primaria.
Una immagine di copertina che ricordasse a fine anno questo scempio d’agosto e con dentro un’inchiesta approfondita su coloro i quali con gli incendi si arricchiscono, sarebbe stata per il Time magazine una bella prova di coraggio della quale vantarsi. In aggiunta un bel servizio per i suoi lettori poiché avrebbe contribuito a far loro un po’ chiarezza in tanta confusione. Succede infatti, che le visioni di vissuti devastanti, intollerabili, commentati con un'informazione fuorviante tocchino corde emotive mirate, scatenando nelle persone reazioni fulminee, potenti, che stimolano un forte desiderio di rifugio, raggiungibile - nell' immaginario collettivo - soltanto aggregandosi. Personaggi come Greta Thunberg riescono a compiere il miracolo?
Certo che sì, e il media mainstream lo diffonde risvegliando grandi emozioni tra le genti. Così operando, si consolida la confusione alimentata da promesse e delusioni, da informazione e controinformazione, consenso e negazione, con un martellamento mediatico tale che, il cittadino ne esce stordito, o meglio usando una espressione altisonante: dilaniato nella mente e nel cuore, che lo sprofonda nello scoramento. Poiché è talmente impegnato a combattere-fuggire l’eterno avvilente presente che non riesce a pensare altrimenti la realtà, tanto meno ad ipotizzare un futuro senza traumi, diverso.
Pertanto, non sembra affatto esagerato quando si sostiene che il potere si conserva e prospera proprio sulla confusione, poiché essa genera quel sentimento di insicurezza e di smarrimento, di paura e di ansia, di depressione e di impotenza che ben si riassume in quelle parole che il Marchese Del Grillo - del film con Alberto Sordi - rivolge al popolo: «...io so io, e voi non siete un ca**o.». Greta Thunberg inclusa.