Perché no? Potrebbe essere anche un gesto estremo di disperazione, il lancio di un missile a testata nucleare nei cieli d'Europa.
Soltanto l'ipotesi che possa accadere nel corso del conflitto in Ucraina, ha scatenato il terrore, poiché l’Atomica non è soltanto "la bomba", bensì è l’espressione di un potere mai visto prima nella storia: il potere nucleare, capace di porre fine alla storia stessa, ponendo fine all’umanità.
Se una simile paura nucleare fosse divampata cinquanta o sessanta anni fa, si sarebbe ammantata della solennità dello scontro ideologico.
Al contrario oggi, è la verità ad essere sommersa dai cumuli di parole, dai concetti insensati, da una miseria di motivazioni.
Poche sono le marce della pace e quasi sempre con i partecipanti in numero ridotto, proprio mentre la minaccia nucleare ha raggiunto livelli critici.
Perché l’opposizione è in disfacimento?
Perché l'accanimento interpretativo e di obbligo all’ortodossia è diventato nel mondo contemporaneo la nuova realtà? Quali sono gli effetti dell’ indottrinamento forzato? A chi giova?
Questo dossier prova a rispondere, soffermandosi dove altro tirano dritto.
Come manipolare le redini mentali delle genti per portarle nella direzione voluta
Un tempo, quando avevamo a che fare con fatti violenti, ad esempio un omicidio in città, eravamo soliti attendere gli accertamenti della magistratura, e finché questi non erano avvenuti i giornali nominavano i possibili colpevoli con espressioni tipo “l’indagato”, “il presunto sospetto”, ecc. per evitare colpevolizzazioni precoci. Oggi davanti a un mucchio di morti nel contesto bellico di un paese straniero il giorno stesso dell’annuncio per la stampa internazionale era tutto chiaro e inchiodato ad un’unica versione possibile: autori, modalità, identità delle vittime, motivazioni. Qualche immagine, sezione istantanea del reale, è stata presentata come parte evidente di una storia già pronta.
C’è molto da comprendere - se c'è ancora tempo - ma è importante conoscere i due fronti della grande strategia USA-NATO per capire perché il Cremlino si considera minacciato, perché ha agito come ha fatto, e perché questa guerra per procura è così pericolosa per tutto il mondo. Infatti, anche se il numero delle armi nucleari è limitato, la cosiddetta "modernizzazione" dell'arsenale nucleare, in particolare da parte degli Stati Uniti, è progettata per rendere pensabile una strategia di controforza, il che significa poter condurre un attacco nucleare preventivo, che ha come scopo il disarmo dell’ avversario distruggendo le sue armi nucleari prima che possano essere lanciate.
La guerra in Ucraina indigna l’opinione pubblica occidentale, che si mobilita per soccorrere gli ucraini in fuga. Nessuno lo mette in discussione: il dittatore Putin non tollera la nuova democrazia ucraina. Come in ogni altro conflitto, ci spiegano che noi siamo i buoni: i cattivi sono gli altri.
Stesso manicheismo, stessa censura, stessa martellante propaganda “per la parte giusta”, stessa creazione di un'opinione pubblica a molla che reagisce pavlovianamente con strabuzzamenti d'occhi e sdegni emotivi.
Ora, diciamo una cosa semplice e, spero, chiara.
Nei sistemi formalmente democratici il potere passa attraverso il dominio dell'opinione pubblica. Idealmente in un sistema di pluralismo dell'informazione, della ricerca, del dibattito pubblico l'opinione pubblica dovrebbe formarsi liberamente e approssimare il vero attraverso la ragione dialettica.
"La pagina della cooperazione con l'Occidente è stata chiusa. Ciò non significa che l'isolazionismo diventerà la norma, ma segna la fine di un importante capitolo nella storia delle relazioni politiche. Passeranno molti anni prima che le sanzioni vengano revocate e che i rapporti vengano ripristinati in modo graduale", scrive il politologo Fëdor Lukyanov.
L'intervento militare della Russia in Ucraina segna la fine di un'epoca, iniziata con la caduta dell'Unione Sovietica e la sua dissoluzione nel 1991, quando una struttura bipolare abbastanza stabile è stata sostituita da quello che alla fine è stato conosciuto come "Ordine mondiale liberale".
Occhio alle minoranze d’Europa perché in questa crisi ucraina diventano di un’importanza cruciale. Fino al 2003 quando l’Ue era di 15 Stati esse raggiungevano i 20 milioni di persone, il 5 per cento della popolazione. Con l’Europa dei 28 sono 42 milioni, e rappresentano l’ 9,37 per cento dei 448 milioni di cittadini europei.
Ma è nelle repubbliche baltiche, che le minoranze hanno un peso numerico - un milione di cittadini di etnia russa o che parlano come prima lingua quella russa - determinante per gli equilibri politici.
È stato nel periodo dopo la riunificazione che è nato un nuovo proverbio: “Tutto quello che i comunisti hanno detto sul comunismo e’ una bugia, ma tutto quello che hanno detto sul capitalismo si e’ rivelato vero.” Nel 1961, i comunisti di Berlino Est costruirono un muro per impedire ai loro cittadini oppressi di scappare a Berlino Ovest e alla libertà. Perché? Perché ai comunisti non piace che la gente sia libera e impari la “verità”. Che altro tipo di ragione poteva esserci?
Una precisazione, prima della costruzione del muro nel 1961, migliaia di tedeschi dell’est si recavano a Ovest per lavoro ogni giorno e poi rientravano in casa alla sera, altri andavano avanti e indietro per fare delle compere o per altre ragioni. Per cui chiaramente non erano trattenuti ad est contro la propria volontà. Ma allora perché è stato costruito il muro?
Proponiamo questo video che mostra alcuni dei passaggi cruciali che attraversano duemila anni della storia d'Europa, conquiste e sofferenze di popoli.
Gli imperi nascono e si sbriciolano, le invasioni attraversano il continente europeo, e i confini dei paesi moderni cominciano lentamente a prendere forma in un scenario drammatico quasi permanente.
Si dice che la Guerra Fredda sia finita e la NATO ha vinto così come la democrazia liberale, la libertà individuale, il libero mercato. Alcune voci interpretano le crescenti tensioni con la Russia come una nuova Guerra Fredda: è una possibile interpretazione.
Il politologo John Mearsheimer è uno dei più famosi critici della politica estera americana dalla fine della Guerra Fredda. Sicuramente conosciuto come autore del libro che ha scritto con Stephen Walt, "The Israel Lobby and US Foreign Policy", Mearsheimer è un sostenitore della politica delle grandi potenze, una scuola di relazioni internazionali realistiche che presume che, in un tentativo egoistico di preservare la sicurezza nazionale, gli stati agiranno in via preventiva per anticipare gli avversari. Per anni, Mearsheimer ha sostenuto che gli Stati Uniti, spingendo per espandere la Nato verso est e stabilendo relazioni amichevoli con l'Ucraina, hanno aumentato le probabilità di una guerra tra potenze nucleari e hanno gettato le basi per la posizione aggressiva di Vladimir Putin nei confronti dell'Ucraina. Infatti, nel 2014, dopo che la Russia ha annesso la Crimea, Mearsheimer ha scritto che "gli Stati Uniti e i loro alleati europei condividono la maggior parte della responsabilità per questa crisi".
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