Uno scoglio scuro nel cuore d'Europa

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Le Sturmabteilung, le camicie brune, dei primi reparti d'assalto nazisti tornano in mente pensando alla prossima tornata elettorale in Turingia (ex Germania Est) dove l'AfD, il partito dell'estrema destra, ha triplicato i consensi.

afd

Terzo round nella ex Germania Est.

Dopo il voto a inizio settembre in Sassonia e in Brandeburgo, il land che circonda Berlino, che ha visto il successo dell'AfD, il partito dell'estrema destra, tra un mese esatto si torna a votare in Turingia.

La regione di Weimar, la città di Goethe, è l'unica ad avere un premier della Linke, il partito dell'estrema sinistra. Bodo Ramelow ha governato bene, e nel giudizio degli elettori ne esce molto meglio del suo partito, eppure anche qui avanzano i populisti.

La regione appare spaccata in due. Nell'ultimo sondaggio la Linke guadagna tre punti rispetto ad agosto e sale al 29%, salda al primo posto.

Ma anche l'Afd guadagna tre punti, e con il 24% si piazza al secondo posto superando i cristianodemocratici di Angela Merkel, scesi al 23.
Distaccati i verdi e i socialdemocratici, appaiati al 9%.

Rispetto a cinque anni fa, l'Alternative für Deutschland, il partito di destra anti immigrati, ha più che triplicato i voti (era al 7%), mentre la Cdu era in testa con il 34 (oggi è stimata al 23%) ma fu esclusa dal governo grazie a un'alleanza a tre tra Linke, verdi e socialdemocratici, come a Berlino. Ma, in base ai sondaggi, sarà impossibile ripeterla dopo il 27 ottobre.

L'avanzata dei populisti ha destabilizzato il land. Ma una coalizione a quattro anche con la Cdu sarebbe una soluzione di emergenza, e già si parla di una italienische verhältnisse, una situazione all'italiana, un patto contro natura, come quello tra il Pd e i cinque stelle.

La Germania non è l'Italia, e un governo di emergenza di tutti contro l'AfD sarebbe destinato alla paralisi e favorirebbe proprio i populisti, che avrebbero buon gioco come unico partito all'opposizione.

 

Che cosa è accaduto in cinque anni?

La Turingia, una delle più piccole regioni, con 2,1 milioni di abitanti e poco più di 16 mila chilometri quadrati, ha una quota di disoccupazione del 5,2%, nella media nazionale. Il turismo è una buona fonte di reddito grazie a Weimar e a Erfurt, la capitale, e Coburg, la cittadina dell'omonima dinastia che conquistò quasi tutti i troni d'Europa (una Coburg era anche la regina Vittoria).

Non si vive male in Turingia, ma sale lo scontento.

Bodo Ramelow, 63 anni, ex sindacalista, sposato con l'italiana Germana Alberti, un politico cresciuto nella Germania comunista, non ha responsabilità: il 65% degli elettori giudica che abbia fatto un buon lavoro, una percentuale più del doppio rispetto ai voti probabili del suo partito, lo stimano dunque anche quanti non votano per il suo partito.

L'AfD ha avuto una forte spinta grazie all'arrivo in pochi mesi di un milione e centomila stranieri, dopo che nel settembre 2015 la Merkel non chiuse le frontiere.
Ma i profughi sono pochi nella regione e non hanno provocato incidenti, come nelle vicine Sassonia a Est e in Baviera all'Ovest. Parlare dei profughi è per molti un tabù, più rassicurante spiegare l'avanzata della destra con la situazione economica, ma perché l'AfD raccoglieva pochi consensi quando all'Est si stava peggio?

A trent'anni dalla caduta del Muro, gli elettori sono stanchi della Cdu di Frau Angela, che non ha potuto mantenere tutte le promesse e le speranze dopo la riunificazione, la Ostalgie, la nostalgia per l'Est scomparso, non attrae i giovani, e all'Est si diffida dei verdi troppo occidentali che avanzano a livello nazionale. E l'AfD riesce a catalizzare lo scontento e a presentarsi come l'unico partito che difende la Heimat, la piccola patria locale.

Björn Höcke, 47 anni, insegnante, è il leader locale dell'AfD, e per le sue posizioni estremiste criticato da molti anche nel suo partito. Ha definito il monumento alla Shoah, eretto nel cuore di Berlino, un «monumento alla vergogna», giocando sul doppio senso della frase, e ripete spesso slogan hitleriani. A Berlino hanno chiesto la sua espulsione dal partito, ma poi non è accaduto nulla.

Un doppio gioco tra frasi inaccettabili e proteste di facciata. E si conquistano i voti degli scontenti e degli estremisti.

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Roberto Giardina

Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. È presente su Berlin89 con la rubrica Pizza con crauti.  
Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. 

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