Voglia di Rivoluzione. Tra censure e bugie la libertà svanisce
I due anni della pestilenza da Covid-19 si sono rivelati una grande imprevedibile opportunità per testare il livello di ubbidienza che, si può ottenere applicando un regime disciplinare come lo è stato l’obbligo di vaccinarsi, appunto.
La narrativa secondo la quale il barbaro no-vax e chi lo sostiene rappresentano il Male, e quindi vanno denigrati, censurati, emarginati, criminalizzati ha funzionato. Pertanto, lo stesso identico canone è stato applicato su una nuova dicotomia buono-cattivo nella politica internazionale.
Stesso manicheismo, stessa censura, stessa martellante propaganda con l'invito a schierarsi dalla “parte giusta”, stessa creazione di un'opinione pubblica a molla che reagisce pavlovianamente con strabuzzamenti d'occhi e sdegni emotivi.
Ora, diciamo una cosa semplice e, spero, chiara.
Nei sistemi formalmente democratici il potere passa attraverso il dominio dell'opinione pubblica. Idealmente in un sistema di pluralismo dell'informazione, della ricerca, del dibattito, l'opinione pubblica dovrebbe formarsi liberamente e approssimare il vero attraverso la ragione dialettica. Quest'opzione non è mai esistita in forma piena, ma negli ultimi anni, nell'intero Occidente, i sistemi di controllo si fanno sempre più diretti e liquidatori. La gente viene manipolata sempre più sfacciatamente come bestiame che dev'essere condotto con mano ferma alla stalla o al macello, preservando l'apparenza della sovranità popolare nelle occasioni elettorali, ma di fatto scippandola attraverso il controllo degli apparati di informazione e formazione.
Questo controllo è oramai quasi totale sull'informazione, ed è paurosamente crescente nella formazione (scuola ed università), dove in mille modi la conformità alle ortodossie di volta in volta in vigore viene premiata e il dissenso robustamente disincentivato.
Chi pensa che il controllo sostanziale dei sistemi di informazione e formazione sia impossibile, o che basti l’esistenza di qualche giornalista con la schiena diritta per confutarlo, o addirittura che parlarne sia complottismo, manca delle basi per comprendere il mondo contemporaneo.
Chi ignora questo problema è parte del problema.
Per chi non l'avesse ancora inteso, la battaglia odierna per la democrazia e la sovranità popolare, per la tutela ed il rispetto delle ragioni dei più, passa attraverso una lotta vigorosa per la verità, che significa lotta per la ricerca dialettica della verità.
Senza sottovalutare affatto le mille battaglie necessarie per la difesa di bisogni e interessi concreti che bisogna condurre, la battaglia che farà la differenza in questa fase storica sarà quella culturale per la libertà di espressione e di pensiero, per un pluralismo non fittizio dell’informazione e della formazione. Chiamatela pure rivoluzione nel senso più ampio, resta il fatto che la libertà rischia di diventare una parola vuota.
Vincenzo Maddaloni, come inviato speciale è stato testimone in molti luoghi che hanno fatto la storia del XX secolo. E’ stato corrispondente a Varsavia negli anni di Lech Wałęsa (leader di Solidarność) ed a Mosca durante l'èra di Michail Gorbačëv. Ha diretto il settimanale Il Borghese allontanandolo radicalmente dalle storiche posizioni di destra. Infatti, poco dopo è stato rimosso dalla direzione dello storico settimanale fondato da Leo Longanesi. È stato con Giulietto Chiesa tra i membri fondatori del World Political Forum presieduto da Michail Gorbačëv. È il direttore responsabile di The Berlin89, magazine del Centro Studi Berlin89.