Le diverse scelte dei Paesi europei

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Dall'aprile del 2020 I medici dei Paesi Bassi possono eseguire l'eutanasia per i pazienti affetti da demenza avanzata che abbiano dato precedentemente il loro consenso, seppur non più in grado di reiterare il loro desiderio di porre fine alla propria vita. Prima era richiesto che il paziente confermasse il proprio consenso prima di procedere.

Antonio PerronePhoto by Antonio PerroneA stabilirlo è stata la Corte Suprema "L'eutanasia si può attuare anche quando il paziente è incapace di esprimere la sua volontà a causa di una demenza avanzata", ha stabilito la massima giurisdizione olandese, precisando che in tal caso "il medico può dare seguito a una domanda pregressa scritta". Sulla base di questo pronunciamento i medici possono dunque procedere all'eutanasia anche per le persone che non sono in grado di rinnovare la propria scelta a causa dello stato di demenza. 

Nel 2002 i Paesi Bassi sono diventati il primo Stato al mondo ad aver legalizzato l'eutanasia, a condizione che almeno due medici attestino l'assenza di altra soluzione ragionevole, che la sofferenza del paziente sia insopportabile e le sue condizioni di salute non possano in alcun modo migliorare. 

Il caso di Noa Pothoven, la ragazza olandese di 17 anni, che si è lasciata morire dopo anni di sofferenze psichiche per uno stupro subito da bambina, è una delle ultime vicende che hanno riacceso il dibattito etico aperto nel 2002 proprio dall’Olanda. Sono stati i Paesi Bassi, infatti, i primi a legalizzare l’eutanasia diretta e il suicidio assistito. L’Olanda fu antesignana, successivamente, anche con l’approvazione del "protocollo di Groningen" sull'eutanasia infantile. 

Il primo a seguire l'esempio dell'Olanda è stato il Belgio, che nel 2003 ha legalizzato l'eutanasia e che nel 2016 l'ha estesa ai minori. In Lussemburgo, dove è stata legalizzata nel marzo 2009, questa pratica vale invece soltanto per gli adulti e per i pazienti in condizioni di salute considerate "senza via d'uscita".

La Svizzera prevede sia l'eutanasia attiva indiretta (assunzione di sostanze i cui effetti secondari possono ridurre la durata della vita), sia quella passiva (interruzioni dei dispositivi di cura e di mantenimento in vita), sia il suicidio assistito.

La Francia ha introdotto con la legge Leonetti del 2005 il concetto di diritto al "lasciar morire", che favorisce le cure palliative. In Gran Bretagna, dove l'interruzione delle cure a certe condizioni è autorizzata dal 2002 e si è introdotto anche il concetto dell'aiuto al suicidio "per compassione", dal 2010 le sanzioni sono meno dure che in passato.

La Svezia ha legalizzato l'eutanasia passiva nel 2010, tollerata anche in Germania, Finlandia e Austria su richiesta del paziente. In altri Paesi, come Danimarca, Norvegia, Ungheria, Spagna e Repubblica Ceca il malato può rifiutare le cure o l'accanimento terapeutico.

In Portogallo sono condannate sia l'eutanasia passiva sia quella attiva, ma è consentito a un comitato etico di interrompere le cure in casi disperati. 

Come si legge, in Europa si sono adottare soluzioni diverse, in alcuni casi più sfumate e in altri più radicali, con Paesi che hanno riconosciuto l'eutanasia e altri che hanno continuato a bandirla, come l'Irlanda e l'Italia dove l'eutanasia è illegale.

 

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