L'Eurasia prende forma con l'Iran nella SCO
La riunione nel ventesimo anniversario dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) è stata focalizzata su due risultati chiave: dare il via all'ammissione della Repubblica islamica e dare forma a un’integrazione eurasiatica a spettro completo.
Il primo viaggio ufficiale all'estero del neo presidente iraniano Ebrahim Raisi, conservatore, è passato quasi sotto silenzio in Occidente. I media non hanno dato grande rilevanza alla presenza dell'Iran al vertice nel ventesimo anniversario dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO)*, svoltosi a Dushanbe, la capitale del Tagikistan.
Il 17 settembre il blocco guidato dalla Russia e Cina approva, dopo ben 15 anni di attesa, l'integrazione dell'Iran nel piu' grande mercato dell'Est. E’ il primo ingresso ufficiale - del Paese dove sono nato - in un organismo internazionale dalla rivoluzione del febbraio del 1979.
E’ un grande successo diplomatico, giunto in un momento delicato per un governo che è in carica solo dalla metà di agosto, e che si è trovato di fronte a un Paese allo stremo. A giugno lo stallo dei negoziati sul nucleare, che si svolgevano a Vienna; il ritorno al di potere dei talebani in Afghanistan; il crollo dell'economia causato dalle durissime sanzioni imposte dagli Stati Uniti. La pandemia dilagante perché insufficienti sono i vaccini e la penuria di acqua che affligge il paese da tempo, completano il quadro
Pochissime volte è accaduto che giornalisti ed esperti, sia ultraconservatori che moderati e riformisti, insieme accogliessero con entusiasmo e plauso l'ingresso a pieno titolo dell'Iran nella SCO. Per il Paese si spalancano le porte di un mercato che coinvolge il 43 per cento della popolazione mondiale e con il 24 per cento di Pil globale. Dal punto di vista economico molte cose potrebbero cambiare, poiché l'Iran ne trae prestigio oltre che autorevolezza, e grandi opportunità di sviluppo.
L'adesione allo SCO era un obiettivo che Tehran inseguiva da tempo, non tanto per un approccio politico in Medio Oriente, ma piuttosto per legittimare e rafforzare il Paese a livello internazionale e migliorare suoi rapporti con l'Est del mondo. Del resto, l'Iran si è sempre comportato come una potenza che rispetta il potere nella Regione di Russia e Cina, e che sostiene da sempre l'integrità territoriale di tutti gli stati membri della SCO. Di converso Russia e Cina considerano la Repubblica Islamica dell’Iran una partner affidabile perchè impegnata a combattere terrorismo, separatismo ed estremismo.
L'Iran è un paese importante nel cosiddetto corridoio di transito multimodale “Nord – Sud” che collegherà l'Eurasia orientale a quella occidentale. Per oltre vent’ anni Russia, Iran e India hanno lavorato - senza clamore - alla realizzazione di un corridoio commerciale lungo oltre 7 mila chilometri, conosciuto come l’International North South Transport Corridor. Comunque sia, l’entrata dell’Iran nella Sco consentirà da un lato un ulteriore contenimento della politica di potenza Usa in Asia, consentendo quindi una opposizione efficiente all’unilateralismo americano, ma dall’altro lato contribuirà a legittimare la politica estera dell’Iran a livello globale, anche in funzione antisraeliana.
Tuttavia molti analisti ritengono che l'Iran non avrà molta libertà di manovra all'interno della SCO, in quanto limitata dalle sanzioni imposte dall'USA e dal regime internazionale di prevenzione del riciclaggio di denaro sporco; quindi Tehran non vedrebbe nello scenario internazionale, soddisfatte tutte le sue aspettative, nel breve termine.
Certamente sarà necessario interfacciarsi con gli USA per quanto concerne il suo programma nucleare, mentre per quanto riguarda l’accusa di riciclaggio di denaro sporco, pare che il presidente Raisi abbia garantito l'ingresso dell'Iran nella convenzione sul riciclaggio dei capitali di origine illecita, FATF (Financial Action Task Force), a pieno titolo. Dopotutto è la condizione indispensabile per poter essere ammesso come membro effettivo alla SCO, come esige lo statuto della stessa.
Naturalmente il Presidente ha bisogno dell’approvazione del Parlamento per l'adesione alla FATF. Da quanto traspare, sembra che ovviamente si presume che la Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei abbia dato il suo benestare prima della partenza di Raisi per Dushanbe. Per la cronaca, oltre al parlamento, anche il Consiglio per il Discernimento approverà la piena adesione alla FATF.
L'adesione ufficiale dell'Iran alla SCO è prevista entro due anni; questa mossa deve essere vista come lo sforzo dell'autorità iraniana volto ad alleggerire l'isolamento internazionale del Paese, espandendo legami multilaterali con la Cina, la Russia e gli Stati dell'Asia centrale.
L'adesione rafforzerebbe anche il ruolo del regime nella gestione della sicurezza regionale, favorendo ulteriore contenimento della politica prepotente statunitense, e consentendo una opposizione piu' efficiente all'unilateralismo americano.
Postilla. Le origini della nascita della SCO vanno ricercate nel gruppo dei “Shanghai Five”, Cina, Russia, Kazakistan, Kirghisistan e Tagikista. Nel 1996 i capi di Stato dei cinque Paesi siglano un trattato per rafforzare la fiducia reciproca e raggiungere una demilitarizzazione dei propri confini. Nel 2001 si unì anche l'Uzbekistan e l'anno successivo i paesi aderenti si ritrovarono a San Pietroburgo e firmarono la carta fondante della SCO, che assunse anche la funzione di cooperazione economica, culturale, energetica, dei trasporti e dei commerci. Nel 2004, durante il forum annuale, si decise di dare vita anche alla struttura regionale contro il terrorismo al fine di rafforzare la sicurezza dei paesi membri, con l'impegno di lottare contro il traffico internazionale di droga, considerato fonte di finanziamento dei terroristi. Nel 2005 il vertice della SCO accetta l'Iran in qualità di osservatore, ma nel 2008 boccia la sua domanda di adesione a causa dell'intransigenza del regime e anche per le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il commercio dell’Iran con i membri della SCO
Secondo gli ultimi dati annunciati dall’amministrazione doganale iraniana (IRICA), il valore del commercio tra l’Iran e i membri della SCO (compresi gli Stati osservatori) ha raggiunto i 28 miliardi di dollari durante l’ultimo anno solare iraniano (che si è concluso il 21 marzo 2021). Ciò rende la Cina il più grande partner commerciale dell’Iran con un valore commerciale di 18,9 miliardi di dollari, quasi due terzi del commercio totale dell’Iran con i membri della SCO.
Nonostante sia uno dei membri cardine dell’organizzazione, la Russia è al quarto posto in termini di volume degli scambi con l’Iran, dopo l’India ($ 3,4 miliardi) e l’Afghanistan ($ 2,3 miliardi), registrando solo $ 1,6 miliardi nel commercio totale con la Repubblica islamica. Secondo i dati iraniani, il Pakistan è quinto in termini di valore commerciale con l’Iran all’interno del blocco, mentre i restanti sei paesi hanno un valore commerciale combinato di soli 569 milioni di dollari.
Kamran Babazadeh nel 1978 era tra i giovanissimi che a Teheran erano scesi in piazza per dimostrare contro il regime dello scià Reza Pahlevi. All’indomani della rivoluzione è emigrato in Italia e poi in Svizzera dove per oltre quindici anni ha lavorato per OSAR ( l’organizzazione Svizzera di aiuto ai rifugiati),