Da prima del Coronavirus l'UE progetta la vaccinazione obbligatoria e totale per i suoi cittadini

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La Commissione EU ha pubblicato a marzo 2019 la roadmap per la diffusione obbligatoria e universale dei vaccini; un piano completo comprendente le tecniche di  persuasione per vincere le “esitazioni” di parte della popolazione.   Si Parla di “una carta  comune UE di  vaccinazione”,  e di  “instaurare a livello europeo un sistema  elettronico  di informazione sulle immunizzazione”,  ossia il tipo di certificato che promuove con tanto vigore Bill Gates.

Inoltre, si vuole  creare una Coalizione per le  Vaccinazioni  (sic) con tutti gli addetti sanitari e scientifici dei paesi UE, che dovrà tenere un convegno annuale, un evento in più per  “contrastare la mis-informazione online sugli effetti dei vaccini”. Infine, c'è l'impegno di “Rafforzare le esistenti partnership e collaborazioni con attori e iniziative internazionali come  OMS e  lo  European Technical Advisory Group of Experts on Immunization (ETAGE), 

bambine000La “Roadmap per la Vaccinazione” delinea un piano triennale per rafforzare la “fiducia nei vaccini” e promuovere il “tracciamento elettronico”. 
Un report pubblicato dalla Commissione Europea a marzo del 2019 rivela che l’UE ha intenzione di aumentare la portata e la forza dei programmi di vaccinazione, già molto prima dell’attuale “pandemia”. Il punto finale della Roadmap è, tra le molte altre cose, l’introduzione di una “carta/passaporto/per la comune vaccinazione” per tutti i cittadini dell’UE.

Questa proposta apparirà davanti alla Commissione nel 2022, con uno “studio di fattibilità” impostato per lo svolgimento dal 2019 al 2021 (il che significa che al momento è circa a metà).

Per sottolineare la constatazione: la “roadmap per la vaccinazione” non è una reazione improvvisata alla pandemia di Covid19, ma piuttosto un piano in corso con origine che risale al 2018, quando l’UE ha pubblicato un sondaggio sull’atteggiamento del pubblico nei confronti dei vaccini intitolato “2018 State of Vaccine Confidence”

Sulla base di questa ricerca, l’UE ha quindi commissionato un report tecnico intitolato “Designing and implementing an immunisation information system”, in particolare sulla plausibilità di un sistema di monitoraggio delle vaccinazioni a livello dell’UE.

Nel 3° trimestre del 2019 questi report sono stati tutti integrati nell’ultima versione della “Roadmap per la Vaccinazione”, un piano politico a lungo termine per diffondere la “consapevolezza e conoscenza” dei vaccini, pur contrastando “i miti sui vaccini” e combattendo “la riluttanza per i vaccini”.

Si può leggere l’intero rapporto qui, ma di seguito sono riportati alcuni dei punti salienti più rilevanti [tutte le enfasi sono nostre]:

  • “Esaminare la fattibilità dello sviluppo di una carta/passaporto per la comune vaccinazione per i cittadini dell’UE
  • “Sviluppare linee guida dell’UE per l’istituzione di sistemi elettronici di informazione completi sull’immunizzazione per un efficace monitoraggio dei programmi di immunizzazione”
  • “Superare le barriere legali e tecniche che ostacolano l’interoperabilità dei sistemi nazionali di informazione sulle vaccinazioni”

Il 12 settembre 2019, al “Global Vaccination Summit” congiunto UE-OMS, sono state annunciate le “10 azioni verso la vaccinazione per tutti“[“10 Actions Towards Vaccination for All”], che includono gran parte del medesimo motivo.

Un mese dopo, nell’ottobre 2019, si è tenuto l’Event 201.

Per coloro che non lo sanno, l’Event 201 è stata un’esercitazione simulata di pandemia, incentrata su un nuovo coronavirus zoonotico che ha origine nei pipistrelli. È stata sponsorizzata dal Johns Hopkins Center for Health Security, dal World Economic Forum e dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

Il risultato della simulazione è stato sette suggerimenti chiave.

Nel novembre del 2019, questi suggerimenti sono stati pubblicati come un “invito all’azione“.

Un mese dopo, la Cina ha riportato i primi casi di Covid-19.

Per intenderci a questo punto (e prevenire eventuali argomentazioni fuorvianti): non si tratta di vaccini, della loro efficacia, sicurezza o della loro mancanza.
Il punto è che le contromisure Covid-19 proposte, che sono state presentate al pubblico come misure di emergenza pensate al volo da istituzioni nel panico, esistono in realtà da prima dell’emergenza della malattia.

Volevano già monitorare le registrazioni delle vaccinazioni e collegare ciò al passaporto di ognuno, introdurre vaccinazioni obbligatorie e repressione della “disinformazione”. Non avevano ancora una giustificazione.

L’esatto rapporto tra espediente e casualità non sarà mai noto. Quello che sappiamo, a questo punto, è che Sars-Cov-2 non è nulla di simile alla minaccia originariamente segnalata, e sono proprio loro ad ammetterlo.

Sappiamo anche che continuano comunque a propinare paura.

E, grazie a documenti come questo, forse ora stiamo iniziando a capire perché.

Fonte: The Guardian

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