La Berlino del Lumpenproletariat ridotta a uno spensierato eterno carnevale
Cosa resta dei luoghi della memoria del periodo più trasgressivo della capitale. La babilonica Berlin si rivela ancora, magari dietro una porta di ferro.
E ce ne sono stati davvero pochi, di periodi così liberi - forse negli anni Novanta della capitale ritrovata ed elettrizzante della Riunificazione. Babylon Berlin è un grande omaggio ai ruggenti Zwanziger, a quella breve parentesi che si incastrò euforica tra gli obbrobri della guerra guglielmina e l'abisso del dodicennio nazista come l'abusata orchestrina festante sul ponte inclinato del Titanic.
L'opera da tre soldi del genio di Augusta scuoteva le coscienze dei tedeschi, li svegliava dall'intorpidimento aristotelico, li spoilerava con i cartelli, li curava dalla catarsi con i cambi a vista e le canzoni politiche e ricordava loro che "prima viene il mangiare, poi la morale".
E ai berlinesi vestiti a festa piaceva lasciarsi schiaffeggiare dall'inventore dello "spettatore fumante", dal cantore marxista del Lumpenproletariat e delle madri coraggio.
Gli autori di Babylon Berlin hanno trasferito nel Berliner Ensemble una delle più spericolate scene della serie:
L'omaggio ai locali più in voga del decennio di Josephine Baker e delle star en travesti celebrate dal capolavoro di Bob Fosse, Cabaret, non potevano mancare in un film ambientato negli anni della Repubblica di Weimar.
A pochi passi dal Berliner Ensemble, sotto l'arco del ponte della stazione della sopraelevata, Friedrichstrasse, dietro un'enorme porta di ferro senza insegne, si nasconde ancora oggi un locale ignoto ai più, il Bar Tausend.
Quando il commissario Gedeon Rath chiede a Charlotte, in Babylon Berlin, di portarla all'Hollaender, un indirizzo glamouroso - e inventato - dove gli omosessuali possono corteggiarsi indisturbati, vuol darle appuntamento alle nove di sera. Lei scoppia a ridere e gli ricorda che all'Hollaender non ci si presenta prima dell'una di notte. I due si incontreranno alla stazione della metro, si infileranno nella porta dell'odierno Bar Tausend, e finiranno per ballare un charleston nel locale stretto e lungo, accompagnati dalla voce vellutata di un travestito andaluso.
Quel travestito rivelerà loro, aspirando voluttuosamente fumo di sigaretta da un lungo bocchino, il nascondiglio dei trotzkisti.
Sopravvive ad oggi, invece, nel municipio di Schöneberg del celebre "Ich bin ein Berliner" di John F. Kennedy, un locale che gli autori della serie hanno trasformato nella mensa del commissariato di polizia, ispirandosi al mitico ristorante Aschinger.
Molte scene di Babylon Berlin sono ambientate nel ristorante, fondato negli anni Venti da due fratelli svevi che offrivano ricette semplici: zuppe di piselli, birra e poco altro. Nella prussiana e frugale Berlino, che si concedeva gli eccessi solo dopo il tramonto, una ricetta infallibile per il successo.
Tonia Mastrobuoni
Tonia Mastrobuoni nata a Bruxelles da madre tedesca e padre italiano, è corrispondente da Berlino de La Repubblica dopo essere stata inviata de La Stampa. Ha una rubrica su Radio Radicale che si chiama Neureka. Ha lavorato per Reuters, Apcom, Il Riformista, Westdeutscher Rundfunk.