L'orrore nelle carceri americane. Un crimine contro l'umanità
Secondo i dati di Prison Policy Initiative gli Stati Uniti hanno il tasso di incarcerazione più elevato del mondo, con 565 arresti ogni 100mila abitanti e oltre due milioni di persone rinchiuse nelle 1566 prigioni statali, 3116 carceri federali, 1323 istituti penitenziari minorili, 181 centri detentivi per immigrati e ottanta prigioni tribali delle Riserve indiane, dov’è “ospitato” un quarto dell’intera popolazione carceraria del pianeta.
Lashawn Thompson, un uomo di colore di 35 anni, è morto nella prigione della contea di Fulton ad Atlanta, in Georgia, il 12 settembre 2022. Le foto rilasciate dall'avvocato di famiglia la scorsa settimana mostrano il corpo di Thompson coperto di insetti e lesioni prima che morisse in prigione .
Joshua McLemore, un uomo bianco di 29 anni a cui era stata precedentemente diagnosticata la schizofrenia, è morto di fame nella prigione della contea di Jackson, nel sud dell'Indiana, nell'agosto 2021. In una causa intentata la scorsa settimana, un avvocato della famiglia ha rivelato che per quasi 20 giorni, McLemore è stato tenuto in isolamento nonostante non mostrasse alcun comportamento aggressivo.
Il corpo di Lashawn Thompson era pieno cimici nella prigione della contea di Fulton.
Lashawn Thompson [a sinistra nella foto] era un ragazzone African American incensurato che lavorava in negozi di generi alimentari. Accusato di aver partecipato a una rissa è stato rinchiuso nell’affollato carcere della contea di Fulton, dove già l’anno precedente il Southern Center for Human Rights (SCHR) aveva denunciato i maltrattamenti e la morte per malnutrizione di dieci detenuti nel corso del 2022. Ciò significa che nel penitenziario di Fulton i detenuti sono sistematicamente sottoposti a un’alimentazione insufficiente, se non addirittura affamati.
Le fotografie della cella e del cadavere di Joshua LaShawn fornite da Michael Harper,l’avvocato di famiglia, sono agghiaccianti: mostrano una cella in condizioni indicibili e il detenuto ridotto pelle e ossa, letteralmente ricoperto da insetti e cimici che hanno banchettato sul suo corpo fino ad ucciderlo, dopo i tre mesi in cui è stato lasciato in condizioni disumane. “E’ assolutamente orribile” – ha affermato Harper in una conferenza stampa – “ in quella cella non potevano starci neanche degli animali, e praticamente l’hanno abbandonato lì. Dovevano trasferirlo nell’unità per l’osservazione medica ma questo non è mai avvenuto e l’hanno trovato morto, divorato dalle cimici”.
Joshua McLemore muore di fame nella prigione della contea di Jackson.
Nell’industria carceraria degli Stati Uniti le condizioni disumane non sono però un’eccezione, ma una costante. Oltre al carcere della contea di Fulton, infatti, se ne denunciano molte altre, tra cui la causa intentata recentemente contro il comandante della prigione della contea di Jackson, lo sceriffo dell’Indiana Chris Everhart, il personale medico e l’Advanced Correctional Healthcare Inc., per aver lasciato, nell’estate del 2021, il 29enne Joshua McLemore in isolamento in una cella imbottita, senza finestre, water e lavandino per venti giorni, fino a che non è morto per malnutrizione e disidratazione.
Joshua McLemore [ a sinistra con la madre] era un giovane tossicodipendente a cui era stata diagnosticata una patologia grave di schizofrenia, oltre all’abuso di meta anfetamine. Durante il suo ultimo ricovero in ospedale aveva reagito male, tirando i capelli a un’infermiera e questo è bastato per farlo immediatamente trasferire incatenato in una cella imbottita della prigione di Jackson, senza fornirgli le cure adeguate. Invece di ricevere l’assistenza medica di cui aveva bisogno, Joshua è stato lasciato morire nel modo più atroce che si possa immaginare.
La cosa paradossale è che negli Stati Uniti, da una parte, molti detenuti muoiono di stenti e malnutrizione, dall’altra invece ci sono Stati federali e direzioni carcerarie che non permettono nemmeno il ricorso a una forma di protesta non violenta come lo sciopero della fame. Uno degli ultimi metodi coercitivi e brutali è infatti quello dell’alimentazione forzata inflitta a detenuti che rifiutano di mangiare. La pratica, umiliante e dolorosa, consiste nel legare il detenuto e infilargli una sonda nel naso fin giù allo stomaco, per iniettargli una pappa proteica.
Da The Guardian il video del trattamento disumano e dell’agonia di Joshua McLemore.
Fonte: WSWS.ORG