Quegli italiani che mollano tutto e se ne vanno
L’emigrazione degli italiani all’estero è una realtà consolidata con origini lontane. Secondo il rapporto dell’AIRE – Anagrafe Italiani Residenti all’Estero - gli emigrati italiani nel mondo al 31 dicembre 2019 sono 5 milioni 486.081, un dato in crescita del 4 per cento rispetto al 2018. Sono soprattutto in Europa (tre milioni) e in America Latina.
Il paese con il maggior numero di emigrati italiani è l’Argentina, con 869 mila iscritti all’AIRE, Seguono Germania (785 mila emigrati italiani), Svizzera (634), Brasile (478), Francia (434), Regno Unito (360), Stati Uniti (283) e Belgio (274 mila).
Attenzione però, parliamo però di presenze registrate e non di movimenti migratori veri e propri: i dati dell’AIRE vanno letti considerando che l’iscrizione è un diritto-dovere previsto non solo per coloro che lasciano l’Italia e si trasferiscono in un altro Stato per oltre 12 mesi, ma anche per i discendenti di italiani nati all’estero a cui è stata riconosciuta la cittadinanza, i quali potrebbero non essersi neanche mai recati in Italia.
Ciò spiega la grande presenza italiana in paesi che sono stati mete di emigrazione nel passato, seppure più della metà risulta iscritta per espatrio e quelle stesse mete continuano a essere anche oggi destinazioni particolarmente attrattive. Per restituire un quadro più completo i dati dell’AIRE vanno quindi associati ad altre fonti, nazionali ed estere.
Gli emigrati italiani di oggi
A partire dagli anni Settanta da paese di emigrazione l’Italia diviene paese di immigrazione, seppure si conta ancora una media di 50 mila espatri all’anno sia verso mete nuove, sia verso quelle già battute.
Dopo un decennio con numeri intorno alle 30-40 mila partenze annue, gli emigrati italiani tornano a crescere a seguito della crisi economica di fine anni duemila, con un aumento significativo dei numeri a partire dal 2011, dando avvio a quella che viene definita “Nuova Emigrazione”, tuttora in corso. Secondo i dati Istat, nell’ultimo decennio (2010-2019) sono 900 mila gli italiani e italiane che hanno lasciato il nostro paese, di cui oltre 200 mila con titolo di studio uguale o superiore alla laurea.
Italiani emigrati all'estero
Fonte Istat 2019
A queste 122 mila persone di cittadinanza italiana emigrate nel 2019 dobbiamo aggiungere anche circa 57 mila persone di cittadinanza straniera che risiedevano in Italia e che si sono trasferite in un altro Paese, per un totale quindi di circa 180 mila cancellazioni anagrafiche. Parallelamente diminuiscono i rientri dei nostri connazionali e il saldo migratorio con l’estero si assottiglia: nel 2019 sono state appena 68 mila le iscrizioni anagrafiche dall’estero di cittadini italiani con un saldo negativo tra italiani emigrati e rientrati di quasi 54 mila unità.
Il 20 per cento degli emigrati italiani del 2019 ha meno di 20 anni, il 70 per cento tra i 20 e i 49 anni, il 20 per cento ha meno di 20 anni, il 13 per cento ha più di 50 anni. L’età media è di 33 anni per gli uomini e 30 per le donne; a emigrare sono prevalentemente uomini, il 55 per cento del totale, ma tra le donne c’è un’incidenza di laureate superiore (il 36 per cento contro il 30 per cento). A proposito di titolo di studio, anche nel 2019 molti emigrati italiani sono istruiti: 1 su 4 ha almeno la laurea.
Gli emigrati italiani partono soprattutto da Lombardia (23 mila partenze), Sicilia e Veneto (12 mila), poi Campania e Lazio. In termini relativi alla popolazione però, la regione con il tasso di emigratorietà più alto è il Trentino-Alto Adige (4 emigrati ogni mille abitanti), seguito da Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Veneto, Sicilia, Molise, Lombardia e Abruzzo (tutte a circa 3 emigrati per mille abitanti).
Quanto alle destinazioni, continua e anzi si accentua il boom di partenze per il Regno Unito (+49 per cento rispetto al 2018). La spiegazione data da Istat è che molti italiani in realtà già presenti nel Regno Unito ma che non avevano fatto la cancellazione dall’anagrafe italiana, lo abbiano fatto nel 2019 per trasferire la residenza nel Regno Unito all’interno del cosiddetto “periodo di transizione” che precede la Brexit, periodo terminato il 31 dicembre 2020.
Dopo il Regno Unito, le destinazioni più gettonate sono Germania, Francia, Svizzera, Brasile e Spagna, seguite da Stati Uniti e Australia. Rispetto al 2018, in crescita Regno Unito, Germania e Brasile, stabile la Svizzera, in lieve calo Francia, Spagna e Stati Uniti.
Numero italiani emigrati per Paese di destinazione
Fonte Istat 2019
I numeri però sono molto probabilmente sottostimati, in quanto non tutti gli espatriati effettuano prontamente la cancellazione anagrafica e la registrazione nel paese d’arrivo, come abbiamo visto nel caso del Regno Unito.
Inoltre, è interessante anche il fenomeno dei nuovi cittadini italiani che emigrano. Si tratta di persone italiane che hanno un’origine straniera e che rientrano al luogo di origine o emigrano in un paese terzo dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana. Sono circa 37 mila i nuovi italiani emigrati nel 2019, di questi oltre il 30% è nato in Brasile, il 9% in Marocco, il 6% in Bangladesh.
Anche per questa tipologia di emigranti i paesi dell’Unione Europea sono le principali mete con una preferenza per il Regno Unito per i nati in Asia (92 per cento ), per la Francia per i nati in Africa (56%), per la Germania per i cittadini italiani nati in altri paesi Ue (42 per cento).
Nuove categorie di emigrati italiani
Anche se sono la maggioranza, a lasciare l’Italia non sono soltanto i più giovani. Oltre agli spostamenti di singoli e intere famiglie con figli al seguito, assistiamo in questi anni all’emersione di nuove categorie di migranti:
I migranti maturi disoccupati: è la categoria che registra la crescita più importante, si tratta di ultracinquantenni che si spostano per far fronte alla precarietà lavorativa e all’assenza di prospettive in Italia. Devono sostenere economicamente la famiglia e sono ancora lontani dalla pensione, hanno quindi bisogno di accumulare gli anni di contributi mancanti per arrivarvi.
I migranti genitori-nonni ricongiunti: hanno un’età avanzata e seguono i propri figli e nipoti, spesso per facilitare la gestione familiare nel nuovo paese.
I migranti di rimbalzo: emigrati di ritorno, cioè persone che sono rientrate in Italia dopo essere state all’estero a lungo ma decidono di ripartire, spesso per bisogni familiari o perché l’esperienza di rientro ha deluso le loro aspettative.
I migranti previdenziali: uomini e donne in pensione che si spostano verso paesi in cui la vita costa meno rispetto all’Italia, per aumentare il proprio potere d’acquisto. La loro scelta non è però soltanto economica: sono particolarmente attratti dal clima e dal contesto socio-culturale dei luoghi in cui si trasferiscono.
Un quadro quindi quello degli emigrati italiani con una dimensione storica molto radicata, ma anche con una dinamicità che rende gli italiani tra i più grandi popoli migranti di ieri e di oggi.
Laura Menti
L'autore dell'illustrazione Letterio Riso, per tutti Leo, artista da sempre, grafico per volontà di popolo, da 35 anni illustratore. I suoi lavori sono stati esposti in numerose e mostre e pubblicati su riviste nazionali e internazionali, sovente utilizzate per promuovere campagne pubblicitarie internazionali e packaging prodotti. Ha illustrato diversi libri medico-scientifici . Nel 1994 è stato l'apprezzato vignettista e autore di copertine del settimanale “Il Borghese” , diretto da Vincenzo Maddaloni, che nel 1994 ricompariva in edicola con significativi cambiamenti sia nella linea politica che nella veste grafica. Nel 2010 ha vinto il concorso internazionale per la realizzazione del manifesto della “Sagra dei Osei” di Sacile (PN), nel 2017/18 le “Chicche di Riso” sono pubblicate mensilmente in " Treviso Città & Sport". Le sue opere sono presenti In ambito artistico le sue opere sono presenti in collezioni private di ogni parte del mondo.