A 30 anni dal crollo del Muro la Germania resta divisa
di Vincenzo Maddaloni
Le celebrazioni di questi giorni a Berlino sono incongruenti poiché i cittadini dell'ex DDR rimangono discriminati, di seconda classe, con minori posti di lavoro, e salari inferiori rispetto ai tedeschi dell’Ovest. Più che un’unificazione è stata un vera e propria annessione economica da parte della Germania occidentale.
BERLINO. Il fascismo avanza in Europa e sono le forze di governo a offrirgli i migliori spunti per svilupparsi. Nelle elezioni di domenica 27 ottobre 2019 l’ultradestra tedesca dell’Afd - l’Alternative für Deutschland - è volata per la terza volta in meno di due mesi incassando un clamoroso raddoppio elettorale raggiungendo in Turingia, regione dell’est della Germania, il 24%. Con un aumento di 13,1 punti rispetto a cinque anni fa.
I motivi della sua ascesa nella Germania orientale sono sin troppo chiari. La delusione di tanti per l’unificazione tedesca e tutti le false speranze collegate a essa, la rabbia per il fatto che persino trent’anni dopo sono cittadini discriminati, di seconda classe, con minori posti di lavoro, e salari inferiori rispetto ai tedeschi dell’Ovest.
Pertanto le celebrazioni di questi giorni per i trent’anni del crollo del muro (9 di novembre) sono incongruenti, poiché l’unificazione è stata un vera e propria annessione economica da parte della Germania occidentale della Germania orientale.
E’ sufficiente ricordare i dati dell' Eurostat secondo i quali il tasso di persone a rischio povertà o esclusione sociale in Turingia è uno dei maggiori della Germania, essendo pari al 22,3% contro una media nazionale del 19%, mentre il Pil pro capite è di 28 mila e 900 euro contro i 39 mila e 600 della media nazionale.
Non a caso a diventare la prima forza regionale è il partito ex comunista della Linke (Sinistra) conquistando il 29,9% dei voti, aumentando il consenso di 1,7 punti, ma il miglior raccolto di consensi è quello del biondo Bjoern Hoecke , 47 anni, il leader dell’Afd In Turingia che ha assicurato quasi un voto su quattro al suo partito.
Tutto accade nell’epoca della “morte delle ideologie”. E' allarmante.
Le idee di Hoecke – considerati i risultati – fanno presa come quando, riferendosi al Memoriale dell’Olocausto a Berlino, disse che, “i tedeschi rappresentano l’unico popolo al mondo ad aver sistemato un monumento alla vergogna nel cuore della sua capitale”. Pertanto, “abbiamo bisogno di una svolta a cento ottanta gradi nelle nostre commemorazioni storiche”, ha sentenziato.
Ha coinvolto l’intero partito in una feroce lotta contro i diritti dei gay. Ha indicato che la famiglia ideale è quella con almeno “tre figli”. Ha spinto i suoi elettori a manifestare contro la, “precoce sessualizzazione dei bambini nelle scuole”. alla “innaturale parificazione dei sessi", e li ha invitati a “coltivare la polarità dei sessi” basata sullo “spirito di difesa, sulla saggezza e la guida” degli uomini e sulla, ”intuizione, gentilezza e devozione” delle donne.
Naturalmente non sono mancati gli appelli alla lotta contro, ”l’islamizzazione dell’Europa”, e al blocco degli immigrati africani, poiché a differenza di “noi europei” - ha avvertito – “sono geneticamente predisposti ad avere più figli, e quindi per noi particolarmente minacciosi”. I suoi appelli non sono rimasti affatto inascoltati, dal momento che il successo in Turingia è stato preceduto dai risultati record del primo settembre scorso, in Sassonia con i voti del partito triplicati (27%) e raddoppiati in Brandeburgo (23,5%).
Infatti, sono le incapacità dei governi ad affrontare il pesante deterioramento delle condizioni economiche e sociali, a scatenare il sentimento della paura di perdere tutto (salute, casa, lavoro, famiglia, cultura nazionale), a convivere con quel senso di insicurezza collettiva permanente, che viene interpretato come una tradimento di chi governa, e sul quale l’Afd come la Lega hanno avuto finora buon gioco con un’ottima resa. Si vede.