L'Italia con le sue meraviglie ma senza «la rettitudine tedesca»
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Certo non mancano le ombre, fra le luci del ritrovato rapporto italo-germanico negli anni del Grand Tour. C'è l'Italia con le sue meraviglie, ma ci sono anche gli italiani e purtroppo non tutti sono degni di quello straordinario retaggio.

Infatti nella terra dove fioriscono i limoni ci sono disordine e insicurezza, i viaggiatori rischiano di essere derubati e “non c'è traccia della rettitudine tedesca”.
Questa insomma “non è più l'Italia che lasciai con dolore”. É piuttosto l'Italia che ventidue anni prima ha posto fine alla vita di Winckelmann appena cinquantenne.
La scena si colloca in una locanda di Trieste, dove l'archeologo sosta in attesa di imbarcarsi per Ancona. É di ritorno da una breve rimpatriata in Germania, ha fatto tappa a Vienna dove è stato ricevuto con grandi onori alla corte imperiale, ed è in viaggio verso Roma.
Ma un crudele destino è in agguato: assassinato per rapina nella sua camera d'albergo, non rivedrà più la città dei suoi miti.
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