Il sovrano d'Italia e di Germania che volle l'Italia unita e Roma vaticana glielo impedì - Movimento ghibellino
Sarà proprio lui, sovrano d'Italia e di Germania, a esaltare il movimento ghibellino, che arricchisce per gli italiani di una connotazione unitaria, contrastata dal papato che cercherà di impedire ogni concentrazione di potere nella penisola.
Uomo di profonda cultura, poliglotta, appassionato di filosofia e matematica, animatore della scuola poetica siciliana che anticipa lo stil novo, poeta lui stesso in volgare siciliano, fondatore dell'università napoletana che ancora porta il suo nome, costruttore di opere come Castel del Monte, innovatore dello stato siciliano, questo tedesco-normanno nato in Italia troverà il tempo di dedicarsi alla caccia col falco non soltanto come praticante ma anche come teorico.
Eppure il declino dell'Italia sveva comincia quando Federico è ancora in vita. Momentaneamente rappacificato con il papa Gregorio IX, che pure lo aveva scomunicato, al culmine di un armistizio nella lotta contro i guelfi arriva a imprigionare il figlio Enrico VII re di Germania, che non intende piegarsi alle pretese papali. Alla morte di Federico II sfuma il grande sogno del regno italo-germanico. Gli succede un altro figlio, Corrado IV, costretto a trascurare gli affari italiani a causa delle turbolenze fra le rissose fazioni tedesche.
La fiaccola degli Staufer in Italia passa così a un figlio naturale di Federico, il principe Manfredi, che viene incoronato re di Sicilia dopo che per qualche tempo è stato reggente. Manfredi ha ereditato dal padre l'amore per la cultura e le doti politiche, ma lo attende un destino crudele. Il papato vuole contrastare una possibile riscossa ghibellina, per questo chiama in soccorso i francesi.