È di Arminio dei Cherusci il primo voltafaccia - L'ingegneria e la guerra
Un altro ponte provvisorio sul Reno sarà costruito due anni dopo più a monte, dalle parti dell'attuale Urmitz, ancora una volta per punire i Sigambri che avranno attaccato i legionari. Una sessantina di anni più tardi probabilmente Arminio, quel guerriero della tribù dei Cherusci divenuto cittadino romano dopo avere raggiunto i più alti gradi dell'esercito di Augusto al comando di una formazione di truppe ausiliarie, l'uomo di cui Publio Quintilio Varo, governatore e capo delle legioni dislocate fra il Reno e l'Elba, si fidava ciecamente, rifletterà su quella prova di perfetta organizzazione cercando il modo di contrapporvi una eclatante impresa germanica. Arminio non è che la forma latinizzata del suo rude nome tribale, Irmin, o Hermann come sarà chiamato un giorno, e proprio come Hermann, non certo come Arminio, il guerriero cherusco si propone di passare alla storia.
La città di Coblenza in Germania, situata all’altezza dove fu costruito il ponte
Comandante di cavalleria temprato da lunghi anni di guerre al servizio di Roma, in particolare nelle spedizioni in Pannonia, la sua esperienza lo rende consapevole del fatto che la legione romana, invincibile se può dispiegarsi in campo aperto, diventa vulnerabile se è costretta a procedere lungo itinerari accidentati, per esempio nel folto di una foresta. La foresta, non per caso sacra al mito germanico! E così prepara la trappola: fa in modo che Varo, impegnato nella repressione di certe tribù ribelli e aggressive, ignori il consiglio dei suoi ufficiali che cercano di metterlo in guardia, e s'inoltri con tre legioni e alcuni reparti ausiliari nel fitto della selva di Teutoburgo, nell'ondulata pianura vicina all'attuale Osnabrück.