È di Arminio dei Cherusci il primo voltafaccia
Sommario
Nell'impero si diffonde il desiderio di saperne di più, su quei barbari capaci di tener testa al più agguerrito esercito del mondo. I Germani sono poco noti a Roma, anche se forniscono in abbondanza una singolare merce di scambio: folte chiome bionde destinate a trasformarsi in parrucche per le ricche matrone della città imperiale. A soddisfare la curiosità dei suoi concittadini ci penserà Publio Cornelio Tacito. Un'ottantina di anni dopo la disfatta della selva teutoburgica, questo storico di origine gallica scrive un trattato, De origine et situ Germanorum, più semplicemente noto come Germania. Descrive le popolazioni che vivono fra Reno e Danubio, quasi tutte germaniche ma in qualche caso celtiche, e ne offre un vivacissimo ritratto. Pur considerandoli senz'altro barbari, se non altro perché ignorano la scrittura,
Tacito non nasconde una certa simpatia nei loro confronti. Per esempio illustra ammirato certi loro costumi spartani, implicitamente mettendoli a confronto con le abitudini spregiudicate e licenziose della Roma imperiale.
Arminio immortalato in una statua di bronzo che ne celebra il trionfo
Ne esalta la prestanza fisica e le capacità belliche, li descrive come amanti del combattimento al punto che molti giovani abbandonano la propria casa per aggregarsi alle tribù impegnate in guerra. É la sola attività che considerano degna di un uomo, infatti danno prova in tempo di pace della più inerte pigrizia all'insegna del sonno, del cibo e della birra. Indolenti e ubriaconi, il lavoro affidato ai vecchi e alle donne, ma pronti ad accorrere dovunque ci sia da menar le mani. Tacito sottolinea l'importanza che attribuiscono alla gerarchia militare: il comandante combatte per la vittoria, il guerriero per il comandante. Ed è disonorevole tornare da una campagna di guerra dopo che il capo è caduto in battaglia.
Con la vistosa eccezione degli ozi maschili nei periodi di pace, lo storico descrive l'austera semplicità dei costumi domestici, la monogamia praticata con rare eccezioni, la fedeltà matrimoniale considerata un valore, il fatto che l'adultera viene cacciata di casa e sferzata dal marito.